Parleranno all’opinione pubblica, non più solo ai governi. Il panel di esperti ONU sul clima getta le basi per una nuova stagione, che inizierà ad ottobre
(Rinnovabili.it) – «L’IPCC ha preso una serie di decisioni per rendere i suoi report sul clima più accessibili e coinvolgere maggiormente le nazioni in via di sviluppo nel suo lavoro». Inizia così il comunicato stampa del panel intergovernativo sui cambiamenti climatici, riunitosi in una sala dello United Nations Environment Programme di Nairobi nel fine settimana per gettare le basi del suo futuro. Terminata la fase dei report con l’ultimo lavoro, presentato novembre, si è resa urgente una riflessione all’interno del gruppo di esperti più famoso e influente del mondo.
Queste decisioni gettano le basi per la preparazione del prossimo ciclo di rapporti, che inizieranno ad ottobre 2015 con l’elezione del nuovo presidente e il rinnovo del Bureau.
L’ex presidente, Rajendra Pachauri, aveva preannunciato poche settimane fa le intenzioni di trasformare l’IPCC, da consulente sul clima per i governi del mondo a think tank autonomo. Il gruppo prenderebbe così una direzione diversa, con un coinvolgimento più marcato nell’agone politico. Pachauri suggeriva che è necessario sviluppare un nuovo “prodotto”, cioè un diverso tipo di report, a cadenza annuale, in grado di alimentare più direttamente negoziati internazionali sul clima.
Ma il 72enne presidente dell’IPCC non vivrà da protagonista questa sfida: ha dovuto dimettersi dalla carica a seguito di uno scandalo a sfondo sessuale che lo ha travolto pochi giorni fa.
Per ora tocca al suo vice, Izmail El Gizouli, tenere le redini fino ad ottobre.
«Abbiamo riflettuto su come rafforzare il nostro lavoro – ha dichiarato a Nairobi – per renderlo il più possibile utile e rilevante, non solo ai governi e alla politica, ma alla società nel suo complesso».
La prima mossa è stato l’ok a un ampliamento (da 31 a 34) dei rappresentanti di Paesi asiatici e africani nel Bureau. Poi una ridefinizione del lavoro: ogni anno (massimo 18 mesi) verrà rilasciato un “pezzo” di report, e ogni 5 anni (massimo 7) verrà diffuso un compendio di sintesi.
La vera novità sarà il tentativo di aprirsi a una platea più vasta, utilizzando le nuove tecnologie per sviluppare informazioni visive eloquenti e ricorrendo a un linguaggio più semplice per rendere i report leggibili da più persone.