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Clima, inquinamento e pesca stanno svendendo gli Oceani

Gli ecosistemi marini sono oggi la settima più grande economia terrestre, ma la pressione antropica ne ha ipotecato il futuro

Clima, inquinamento e pesca stanno svendendo gli Oceani

 

(Rinnovabili.it) – Il valore economico degli oceani terrestri sta calando. A rivelarlo è un nuovo rapporto commissionato dal WWF, che avverte come, Secondo gli autori di “Reviving the Ocean Economy” il valore monetario degli oceani mondiali si aggira intorno ai 24mila miliardi di dollari, collocandoli così al settimo posto della classifica delle economie più grandi al mondo; si tratta di una cifra in gran parte composta da voci quali la pesca, il turismo, le rotte di navigazione e la protezione delle coste fornita da coralli e mangrovie. E la stima è parecchio contenuta dal momento che nel totale non sono stati calcolati elementi come l’estrazione petrolifera, l’energia eolica o il loro stesso ruolo nella regolazione climatica.

E’ fuori questione dunque che rappresentino dei veri e propri tesori economici, che si trovano però – avvertono gli autori – a dover fari i conti con una pressione senza precedenti.

 

“L’oceano corre un rischio maggiore oggi rispetto a qualsiasi altro momento nella storia. Stiamo pescando eccessivamente, scaricando troppi inquinanti nelle acque, riscaldando e acidificando il mare ad un punto tale che i sistemi naturali essenziali, semplicemente smetteranno di funzionare”, spiega Ove Hoegh-Guldberg, autore principale del rapporto e direttore del Change Global Institute presso l’Università australiana del Queensland.

 

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Se si deve fare la conta dei danni è difficile capire da dove iniziare: la biodiversità degli oceani è già crollata del 39% tra il 1970 e il 2010, mentre la metà dei coralli di tutto il mondo e quasi un terzo delle sue fanerogame marine è scomparso. L’inquinamento da plastica ha creato vere e proprie isole galleggianti di rifiuti e negli ultimi sessant’anni le riserve ittiche si sono svuotate del 90 percento.

Ma non è ancora troppo tardi per invertire queste preoccupanti tendenze e garantire un oceano sano. Per questo il rapporto presenta un piano d’azione in otto punti che sarebbe in grado di ripristinare le risorse oceaniche al loro pieno potenziale. Tra le soluzioni più “time-critical”, ovvero più urgenti, presentate nel rapporto c’è quella di integrare il recupero marino negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, intervenendo globalmente sui cambiamenti climatici e stringendo un forte impegno nella protezione delle zone costiere e marine.

 

“L’oceano ci nutre, ci dà lavoro, e sostiene la nostra salute e il benessere, ma stiamo permettendo che collassi sotto i nostri occhi”, afferma Marco Lambertini, Director General of WWF International. “Se le storie quotidiane dei problemi di salute degli oceani non ispirano i nostri leader, forse lo farà una dura analisi economica farà”.