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Clima: arriva l’impegno (fumoso) dell’Indonesia

Come molti altri Paesi in via di sviluppo, l’Indonesia non misura regolarmente le emissioni. Così l’impegno sul clima è solo una lista di buone intenzioni

Clima arriva l’impegno fumoso dell’Indonesia 2

 

(Rinnovabili.it) – Dopo un lungo tergiversare è arrivato anche l’impegno sul clima dell’Indonesia. Jakarta ha presentato ieri all’ONU il suo contributo (INDC) per un accordo internazionale volto a rallentare il riscaldamento globale.

«L’Indonesia si è impegnata a ridurre le emissioni del 29% rispetto a uno scenario business as usual entro il 2030», ha spiegato il governo. Ma la mancanza di dettagli sul “come” questo obiettivo verrebbe raggiunto rende difficile giudicare la qualità del piano o la sua utilità nel negoziato della COP 21. I sospetti che sia un impegno al ribasso non sono pochi, dato che l’Indonesia si trova nella poco ammirevole top ten dei maggiori responsabili delle emissioni di gas serra, ma l’esecutivo parla di una «misura equa» per le possibilità di un Paese in via di sviluppo.

Quello che in particolare contenere gli entusiasmi, è la scarsità di informazioni in merito all’attuale tasso di crescita delle emissioni. Jakarta ha solo dichiarato che uno scenario business as usual porterebbe a produrre circa 2.88 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2030, molto più delle ultime stime ufficiali, che parlavano di 1.8 miliardi di tonnellate nel 2005.

 

Clima arriva l’impegno fumoso dell’Indonesia

 

Il governo ha aggiunto che la riduzione potrebbe spingersi fino al 41% entro il 2030 se se il Paese sarà aiutato dalla comunità internazionale a dotarsi di nuove tecnologie e sostenuto finanziariamente.

«Delude il fatto che il governo indonesiano non abbia fornito dettagli sufficienti per consentire una stima più completa e accurata delle emissioni che i suoi target dovrebbero evitare», ha detto Nirarta Samadhi, capo del World Resources Institute in Indonesia. Il think tank sostiene che l’Indonesia sia il quinto più grande emettitore di gas serra se si considera la deforestazione. Prima vi sono soltanto Cina, Stati Uniti, India e Russia.

Molte altre nazioni in via di sviluppo, che non misurano regolarmente le emissioni, hanno presentato piani simili a questo. Le nazioni ricche, che hanno misurato la CO2 annuale dal 1990 possono comprendere meglio i trend futuri, hanno stabilito tagli effettivi. L’Unione europea ha esortato tutti a dettagliare i propri impegni, così da rendere più facile giudicare la reale entità delle misure per il clima.