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Il clima globale stravolto dalle acque dense

Campagna oceanografica acque dense

 

(Rinnovabili.it) – Un inverno mite e piovoso sta caratterizzando la stagione in svolgimento e un’estate secca ci attende. Gli esperti del Cnr si sono chiesti quali siano le conseguenze di una stagione dalle temperature anomale e la campagna Carpet condotta dall’Ismar-Cnr (Centro Nazionale Ricerche) ha decretato che le variazioni climatiche rilevate si faranno sentire già durante la primavera, anche se avranno effetti rilevabili a livello globale.

 

‘Carpet, Characterizing Adriatic Region Preconditioing EvenTs’ è la spedizione oceanografica internazionale condotta a bordo della nave Urania che si è da pochi giorni conclusa nell’Adriatico settentrionale focalizzando l’attenzione sulle acque dense che dopo essersi formate si indirizzano verso sud influenzando il clima all’interno del bacino. Lo spostamento delle acque dense funziona come sistema di rinnovamento delle acque marine e apporta ossigeno agli strati più profondi, la variazione di questo sistema riesce ad influenzare l’intero sistema climatico.

 

“Abbiamo osservato nel Golfo di Venezia un processo fondamentale per il clima dell’area”, afferma Sandro Carniel, responsabile scientifico di Carpet, “ma anche per la stabilità del clima terrestre. La dinamica delle acque dense è infatti uno dei principali motori della circolazione oceanica globale a lungo termine: per quanto curioso appaia, quindi, la conoscenza di questi processi è fondamentale per decifrare il trasporto di calore e salinità da parte delle correnti oceaniche Mediterranee e quindi cruciale per il clima del pianeta. A crociera conclusa, i dati parlano di una temperatura dell’acqua sul fondo di circa 2° C superiore alla media degli ultimi 30 anni. Questo ha rallentato di molto il ‘rinnovamento’ delle acque, che nel solo gennaio-febbraio 2012, complice un inverno estremamente freddo, aveva invece interessato circa il 60% del volume, stabilendo un record assoluto di densità da quando sono iniziate le misure in Adriatico settentrionale (ovvero circa un secolo). A distanza di soli due anni siamo, per così dire, agli antipodi”.

 

Per capire effettivamente quali saranno i cambiamenti di volume della produzione di acque dense durante questo inverno bisognerà aspettare un’analisi approfondita dei dati a disposizione degli esperti che saranno resi pubblici durante il convegno della European Geosciences Union a Vienna, dal 27 aprile al 2 maggio.

“È lecito quindi attendersi conseguenze significative sulla circolazione delle acque del bacino (e anche del Mediterraneo Orientale), sul clima della terraferma e un abbassamento dei livelli di ossigeno sul fondo marino già in primavera, a seguito della crescita fitoplanctonica stimolata dai rilevanti apporti fluviali in corso”, conclude Carniel.

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