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Clima: la Francia avvia per prima la ratifica dell’accordo di Parigi

Clima la Francia avvia per prima la ratifica dell'accordo di Parigi

 

(Rinnovabili.it) – Non c’è da stupirsi se la Francia è il primo Stato dell’Unione europea ad avviare il percorso di ratifica dell’accordo sul clima. Dopotutto ha ospitato la COP 21 e ha spinto da subito per trasformarla in un successo mediatico. Che poi il testo concordato dai 196 partecipanti il 12 dicembre scorso sia un insieme di impegni generici e non vincolanti è un altro paio di maniche. Parigi è determinata a conservare il ruolo di apripista verso l’entrata in funzione del primo accordo sul cambiamento climatico di portata globale dai tempi del protocollo di Kyoto.

Così, i parlamentari francesi hanno adottato ieri, con voto unanime, un disegno di legge che autorizza il governo a ratificare il protocollo. La Francia, che passerà il testimonial di presidente della COP al Marocco alla fine del 2016, ha quindi mosso il primo passo in avanti dopo la cerimonia di firma con 175 nazioni che si è tenuta a New York il 22 aprile.

 

Clima la Francia avvia per prima la ratifica dell'accordo di Parigi 2Il Ministro dell’Ambiente, Ségolène Royal, che ha presentato il disegno di legge in Parlamento, ha detto ai giornalisti che si aspetta una mossa analoga da altri Stati membri entro la fine di giugno.

Il ddl dovrebbe ora passare il voto del Senato prima di essere ratificato dal governo.

Il patto climatico deve essere ratificato da almeno 55 Paesi impegnati nel negoziato UNFCCC, ma l’altra condizione è che essi coprano almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra. Cina e Stati Uniti, primi inquinatori al mondo, si sono impegnati ad adottare formalmente l’accordo entro la fine dell’anno. Se ciò accadesse si aprirebbero prospettive rosee per l’avvio effettivo delle misure in esso contenute.

 

Tuttavia, il candidato repubblicano alla presidenza, Donald Trump, ha già dichiarato che chiederà di rinegoziare il protocollo se verrà eletto alla Casa Bianca.

Intanto, da lunedì i governi degli Stati coinvolti sono riuniti a Bonn per una sessione negoziale sul clima che dovrebbe durare 10 giorni. Uno dei nodi da sciogliere è quello degli impegni nazionali offerti dalle Parti per ridurre le emissioni che, secondo recenti analisi, non solo non riuscirebbero a garantire il contenimento dell’aumento della temperatura entro i 2 gradi Celsius, ma porterebbero, con molta probabilità, ad una crescita oltre i 3 gradi sul termometro globale.

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