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Clima ed Energia: avanti Cañete, bocciata la Bratusek

Le audizioni di commissario e vice presidente all’energia davanti alle commissioni competenti hanno avuto esiti diversi: promosso lo spagnolo, respinta la slovena

Clima ed Energia avanti Cañete bocciata la Bratusek.(Rinnovabili.it) – Clima ed energia in Europa sono temi sui quali spesso ci si accapiglia. Ma stavolta è stata sorprendentemente unanime la bocciatura nei confronti di Alenka Bratusek, ex premier sloveno proposto da Juncker come vicepresidente all’Energia della nuova Commissione. La Bratusek è stata oggetto di una sorta di sfiducia (non ha passato l’audizione di rito) da parte delle commissioni Ambiente (Envi) ed Energia (Itre) del Parlamento europeo, che ha rigettato la nomina di Juncker con un vero e proprio plebiscito: 112 voti favorevoli, 13 contrari, 2 astenuti. le motivazioni: la Bratusek sarebbe impreparata e appiattita sui voleri del Consiglio.

 

La palla passa adesso nuovamente al governo sloveno, che dovrà esprimere altri candidati. Il più “papabile” sembra essere il commissario all’Ambiente uscente, Janez Potocnik, o in alternativa l’eurodeputata socialista Tania Fajon. Chiunque sarà, dovrà passare una nuova audizione, prevista in tempi brevi, perché il voto di fiducia sull’intera Commissione è previsto il 22 ottobre a Strasburgo.

 

Preparato e competente, nonostante i conflitti di interesse denunciati da più parti, sembra invece essere stato reputato Miguel Arias Cañete, Commissario designato ad Energia e Clima. Verdi europei, sinistra e associazioni ambientaliste, nelle scorse settimane, sull’onda delle inchieste della stampa spagnola, hanno messo sulla graticola Cañete, smascherando i suoi legami “di sangue” con l’industria del petrolio. Moglie, figlio e cognato, siedono nei consigli si amministrazione di alcune compagnie, e lo stesso Commissario ha tenuto in mano, fino a qualche giorno fa, le azioni di Petrolifera Ducar e Petrologis Canaris. Il montare della polemica lo ha costretto a venderle, ma difficilmente verrebbe da pensare che d’ora in poi, scaricatosi del fardello, si trasformerà in un provetto ambientalista sostenitore delle rinnovabili. Specialmente con i parenti che nel petrolio ci sguazzano ancora con tutti i piedi.

Del tutto diverse, però, le conclusioni cui sono giunte le commissioni chiamate ieri al voto sulla Bratusek. Quando è stata la volta di Cañete, le palettine verdi sono state 83, contro 42 contrari e 3 astenuti.