(Rinnovabili.it) – Il numero di persone colpite dagli effetti combinati di El Niño e La Niña raggiungerà entro la fine di quest’anno i 100 milioni. Lo prevede l’ONU dopo averne constatato l’impatto devastante sul clima durante i primi sei mesi dell’anno. Gli indicatori climatici associati alla presenza del primo dei due fenomeni sono tornati neutrali verso la fine di maggio. Adesso, però, climatologi di Giappone, Usa e Australia stimano che la probabilità che entro dicembre si sviluppi La Niña sia compresa tra il 50 e il 75%.
El Niño è una teleconnessione atmosferica, cioè una contemporanea variazione di pressione e temperatura nell’atmosfera e nell’oceano tale da presentare una correlazione statistica. Al riscaldamento delle correnti del Pacifico centro-orientale, sale la pressione atmosferica in quello centro-occidentale. A seguito delle sue manifestazioni, in alcune regioni del mondo si intensificano inondazioni, siccità e altre perturbazioni. Il bilancio del 2016, stima la FAO, è di oltre 60 milioni di persone colpite da siccità e fame, delle quali oltre due terzi concentrate nell’Africa meridionale e orientale.
Ora i climatologi attendono l’arrivo della Niña, il fenomeno opposto che provoca un raffreddamento della fascia centro-orientale del Pacifico, con un calo delle temperature di 3-5 °C rispetto alla media. Anche se il suo impatto è solitamente meno potente di quello del suo gemello speculare, il passaggio della Niña è associato a siccità e inondazioni, che metteranno in seria difficoltà popolazioni già duramente colpite e sfogherà i suoi effetti su altri 40 milioni di persone.
Tre agenzie dell’ONU – FAO, Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) e Programma alimentare mondiale (WFP) – avvertono che sono necessari 4 miliardi di dollari per far fronte alle emergenze nelle zone già colpite. Cifra destinata a salire se la Niña colpirà da qui a dicembre. Secondo Macharia Kamau, inviato speciale dell’ONU per El Niño e il clima, se governi e agenzie internazionali non saranno in grado di adeguare le loro azioni, finanziamenti e investimenti a questa “nuova normalità” disegnata da un aumento delle emergenze climatiche, le conseguenze si faranno sentire fin da subito e per lungo tempo, rendendo ogni anno più difficile invertire la rotta.