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Clima, agricoltura, inquinamento: i grandi rischi ambientali

Malattie zoonotiche, tossicità delle colture, inquinamento e cambiamenti del clima sono gli effetti ambientali delle attività dell’uomo. Dobbiamo fermarci

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(Rinnovabili.it) – Malattie zoonotiche, tossicità delle colture, mutamenti del clima, inquinamento. La buona salute degli esseri umani è legata a doppio filo a quella dell’ambiente. Ma oggi le attività antropiche stanno compromettendo gravemente la capacità degli ecosistemi di garantire il benessere della popolazione. È questa la premessa da cui scaturisce il nuovo rapporto UNEP intitolato “Frontiers”. La relazione, rilasciata a ridosso del fine settimana, fornisce una analisi ad ampio spettro delle principali fonti di rischio ambientale per le nostre società. Il nesso fra uomo e ambiente, spiegano gli esperti, può essere rafforzato solo ripensando le politiche o riadattando quelle già esistenti.

 

Tossicità delle colture

Il cambiamento climatico sta già avendo un grande impatto sulla sicurezza alimentare. Il rapporto UNEP esamina il modo in cui la siccità e le alte temperature possono provocare l’accumulo di composti chimici tossici nelle colture. Frumento, orzo, mais e miglio sono tra le colture più sensibili all’accumulo di nitrati, causato dalle prolungate siccità. L’avvelenamento acuto da nitrati negli animali può portare all’aborto spontaneo, l’asfissia e la morte.

Tuttavia, anche le forti piogge che spezzano momenti di prolungata arsura possono essere fonti di pericolo, con l’accumulo di un altro composto tossico, l’acido cianidrico in colture come lino, mais, sorgo, ciliegie e mele.

Altro problema emergente nelle colture sono le aflatossine, tossine fungine che possono causare il cancro e compromettere la crescita del feto. L’UNEP prevede che diventeranno un problema di sicurezza alimentare per l’Europa, soprattutto nel probabile scenario di un aumento oltre i 2 °C delle temperature globali.

 

Malattie zoonotiche

Clima agricolturanquinamento i grandi rischi ambientali 2Sono in aumento anche le malattie che gli animali trasmettono agli esseri umani. Il rapporto Frontiers mostra come questo trend sia strettamente legato alla salute degli ecosistemi: le attività umane che invadono gli habitat naturali permettono agli agenti patogeni che abitano queste zone di diffondersi più facilmente.

È l’esempio dell’Ebola, dell’influenza aviaria della febbre della Rift Valley e del virus Zika. Negli ultimi due decenni, far fronte a queste malattie emergenti è costato più di 100 miliardi di dollari. Se dovessero trasformarsi in pandemie, questi focolai comporterebbero misure emergenziali de costo di migliaia di miliardi di dollari.

 

Inquinamento da plastica

La comunità scientifica sta cercando di capire l’impatto che la crescente quantità di microplastiche nei nostri oceani sta avendo sui vari organismi, così come i pericoli per la salute umana. Queste particelle di plastica molto piccole si trovano nei sistemi acquatici di tutto il mondo.

 

Cambiamento climatico

Dato il sostanziale immobilismo degli ultimi 25 anni sul fronte della mitigazione e adattamento al cambiamento del clima, l’UNEP dichiara seccamente che perdite e danni legati ai suoi effetti sono ormai inevitabili, con profonde conseguenze per gli ecosistemi, le persone e le economie. Già oggi possiamo vederli: le ondate di calore del 2003 sono un buon esempio di ciò che accade quando gli sforzi falliscono: 30 mila persone sono morte, i ghiacciai si sono ridotti, il permafrost si è scongelato e il settore agricolo dell’Unione europea ha perso 14,7 miliardi di dollari.