Le promesse con cui si arriva al tavolo della Conferenza sul clima sono scarse. Servono 5 volte i finanziamenti promessi per garantire l’adattamento
(Rinnovabili.it) – I piani per il clima presentati dai 48 Paesi più poveri del mondo dipendono, per la loro attuazione, da finanziamenti pari a un trilione di dollari nel decennio 2020-2030. Soldi che dovrebbero uscire dalle tasche di economie avanzate e grandi soggetti privati. Lo affermano i calcoli dell’International Institute for Environment and Development (IIED), il cui rapporto rappresenta il primo pugno sul tavolo della COP 21. Le sue conclusioni sono pesanti: il costo di adattamento al riscaldamento globale è quasi 5 volte superiore a quello stimato fino a oggi. Così, il divario fra gli impegni finanziari e i costi reali dell’adeguamento di intere nazioni viene messo a nudo già il primo giorno di Conferenza sul clima.
Circa 44 Paesi poveri e vulnerabili ai cambiamenti climatici – tra cui Afghanistan, Gibuti e Haiti – hanno presentato impegni nazionali chiedendo l’aiuto internazionale per implementarli. In tutto, queste domande coprono 217,2 miliardi di dollari: chiedono difese costiere, colture resistenti alla siccità e parchi solari. I Paesi sviluppati hanno promesso di mobilitare 100 miliardi di dollari a partire dal 2020. Secondo l’OCSE, nel 2014 si sarebbero già raggiunti i 62 miliardi, ma resta grande scetticismo sulla veridicità del dato, comprensivo di promesse e buone intenzioni.
Il direttore dell’IIED, Andrew Norton, non ha peli sulla lingua: «Un accordo equo ed efficace a Parigi dovrebbe dare priorità agli investimenti di una finanza climatica pubblica e internazionale per consentire a questi Paesi di implementare i loro piani d’azione sul clima, pur concordando misure per aiutare le economie benestanti ad attrarre finanziamenti privati».
Particolarmente importante per i paesi meno sviluppati, che in di emissioni hanno ben poco da ridurre, è il denaro per l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici. Secondo l’OCSE, 10 miliardi di dollari sono destinati al momento a questo aspetto, che non genera ritorni ai finanziatori. Si tratta del 27% dei 5.201 progetti totali dei Paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Ma un rapporto di AdaptationWatch ha smentito questo dato, criticando la scarsa credibilità dell’OCSE: solo il 17% dei progetti di finanziamento sarebbe destinato a programmi di adattamento.