Il capo dell’UNFCCC, Christiana Figueres, esorta chi ancora non ha depositato il proprio piano d’azione sul clima a seguire l’esempio
(Rinnovabili.it) – L’ONU si frega le mani dopo la consegna, negli ultimi quattro giorni, di ben 30 piani nazionali di azione sul clima. Grazie a questa pioggia di INDCs (Intended Nationally Determined Contributions), l’asticella ha superato quota 100. Poco più di metà di quelli attesi prima della conferenza di Parigi, e con grande assente che oggi dovrebbe unirsi al gruppo: l’India.
Ad aprire le danze è stato il Brasile, seguito da diversi altri Paesi latinoamericani, africani, mediorientali, e da alcuni Stati insulari: tra essi Perù, Uruguay, Cile, Congo, Namibia, Mali, Burkina Faso, Israele, Libano, Vanuatu e Isole Salomone. Nel frattempo, Giordania, Capo Verde, Grenada, Barbados, Vietnam, Mauritania, Costa d’Avorio, Benin e altri ancora hanno presentato delle revisioni ai loro precedenti impegni.
Il capo dell’UNFCCC, Christiana Figueres, ha annunciato ieri che 130 parti della Convenzione avevano depositato i rispettivi impegni, e che l’ONU si attende che la grande maggioranza dei Paesi rimanenti ne segua l’esempio.
Il più importante, per il peso in termini di inquinamento, è l’India. Dopo aver tergiversato per mesi, il presidente Narendra Modi si appresta a inoltrare l’INDC di una delle nazioni con gravi responsabilità in tema di emissioni che finiscono in atmosfera.
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L’ultima ondata di impegni include una serie di INDCs interessanti. Israele ha annunciato l’intenzione di ridurre le emissioni di gas serra del 26% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030, mentre il Perù, che ha ospitato vertice ONU sul clima dello scorso anno, si è impegnato a ridurre le del 30% rispetto a uno scenario business as usual entro il 2030.
L’Ucraina ha annunciato che al 2030 farà aumentare le emissioni non oltre il 60% rispetto al 1990. Secondo il governo, il conflitto in corso non permetterebbe di fare di più. L’Uruguay ha detto che di essere intenzionato a ridurre l’intensità delle emissioni per unità di PIL del 25% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, ma se aiutato finanziariamente potrebbe arrivare fino al 40%.
Secondo uno studio presentato il 28 settembre all’Assemblea ONU di New York, gli impegni dei Paesi membri dell’UNFCCC sono largamente insufficienti per rispettare l’obiettivo del 2 °C da loro stessi fissato. Allo stato attuale, si andrebbe verso una crescita di 3.5 °C entro fine secolo.