(Rinnovabili.it) – Li Guixin abita a Shijiazhuang, capitale della provincia di Hebei, una tra le 10 città più inquinate della Cina secondo i dati forniti dallo stesso Ministero della Protezione Ambientale. Per affrontare le drammatiche giornate da bollino rosso – quelle in cui lo smog copre come una fitta nebbia la città e alla popolazione viene caldamente consigliato di non uscire di casa – Li, come tanti suoi concittadini, si è dovuto armare di mascherina e di un purificatore d’aria domestico. Ora l’uomo è pronto a chiedere il conto al proprio Governo. Li è divenuto, infatti, il primo cinese ad aver citato in giudizio lo Stato per non aver saputo ridurre l’inquinamento atmosferico. La denuncia è stata presentata presso un tribunale distrettuale, chiedendo formalmente che il Shijiazhuang Municipal Environmental Protection Bureau compia “il suo dovere di controllare lo smog secondo quanto previsto dalla legge”.
Li ha chiesto anche all’agenzia un risarcimento danni: 10.000 yuan, circa 1600 dollari, a rimborso delle spese sostenute per i filtri anti smog e per un tapis roulant per fare esercizio dentro casa. “La ragione per cui sto proponendo un risarcimento amministrativo è per permettere a ogni cittadino vedere che, in mezzo a questa nebbia, siamo le vere vittime”. In attesa di sapere se il tribunale accetterà o meno il caso, l’avvocato dell’uomo, Wu Yufen, ha commentato così la notizia ai giornalisti: “Li Guixin non poteva fare una passeggiata o correre a causa del peggioramento della qualità dell’aria e ora deve anche indossare una maschera ora quando esce. Il suo caso è rilevante per tutti nella nostra città”.