Riscaldamento globale ed effetto isola di calore minacciano le città
(Rinnovabili.it) – Le nostre città potrebbero diventare invivibili entro la fine del secolo a causa del riscaldamento globale. Eppure il trend di popolamento dei centri urbani non si ferma: entro il 2050 i tre quarti della popolazione vivrà tra i palazzi, non in campagna. Le città coprono appena l’1% della superficie terrestre, ma producono circa l’80% del pil mondiale e consumano il 78% dell’energia. Le emissioni urbane contano per il 60% del totale di CO2 da combustibili fossili. Tutto questo, in combinazione con gli effetti del riscaldamento globale, rischia di mettere a durissima prova le infrastrutture che garantiscono lo svolgersi, più o meno accettabile, della vita cittadina.
Secondo una ricerca pubblicata su Nature, nel caso in cui fallisse l’implementazione dell’accordo di Parigi e le emissioni continuassero a salire, al 2100 ci ritroveremmo città più calde anche di 8 °C. Quasi 5 vanno imputati al riscaldamento globale, ma il resto è causa dell’effetto “isola di calore”, che si verifica quando parchi, dighe e laghi, che raffreddano l’aria intorno a sé, vengono sostituiti da cemento e asfalto. Rimpiazzare aree verdi e specchi d’acqua con altre costruzioni peggiora la qualità della vita urbana, contribuendo ad aumentare le temperature locali.
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La ricerca, coordinata dall’Istituto di Studi ambientali dei Paesi Bassi, ha utilizzato i dati delle 1.692 città più grandi del mondo, raccolti nel periodo 1950-2015. Ciò ha permesso di stimare i potenziali danni economici che un simile scenario potrebbe portarsi dietro. In media, una città rischia di perdere tra l’1,4% e l’1,7% del pil all’anno entro il 2050, e tra il 2,3% e il 5,6% entro il 2100. Per le metropoli più colpite dall’aumento di temperatura, i crolli del prodotto interno lordo possono arrivare al 10,9% l’anno entro fine secolo.
L’effetto isola di calore è tra i principali responsabili di queste perdite, ma i ricercatori affermano che si può arginare: bastano politiche locali per incrementare il verde urbano, o utilizzare materiali per tetti e marciapiedi che non accumulino tutto questo calore.