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Cina e USA firmeranno l’accordo sul clima il 22 aprile

La ratifica del protocollo sul clima approvato alla COP 21 avverrà a New York. I due più grandi inquinatori assicurano l’adesione

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(Rinnovabili.it) – Stati Uniti e Cina firmeranno l’accordo sul clima di Parigi il 22 aprile e prenderanno le rispettive misure al fine completare la ratifica entro quest’anno. Lo afferma la Casa Bianca in un comunicato sul suo sito web.

La notizia è importante, perché si tratta dei due più grandi inquinatori del mondo, che insieme raggiungono il 40% delle emissioni globali. Se ad esse sommiamo l’Unione europea, che nell’ultima seduta di Consiglio ha concordato di ratificare il patto sul clima il 22 aprile, il totale supera il 50%. Anche se l’India – che non ha ancora fatto l’annuncio – dovesse tirarsi indietro, sarebbe comunque ad un passo il target del 55% delle emissioni, una delle due condizioni necessarie a far partire i meccanismi dell’accordo. L’altra è che almeno il 55% delle nazioni partecipanti alla COP 21 voti per l’entrata in vigore. Una cifra che – anche contando i 28 Stati dell’Unione separatamente – non è ancora stata raggiunta.

 

Ban Ki-moon ha invitato i leader mondiali a New York per la cerimonia di ratifica il 22 aprile. Il capo dell’ONU spera che questo momento rappresenterà un atto congiunto la cui importanza storica andrà oltre l’aspetto mediatico. Nessun accordo globale ha mai coinvolto tanti leader, ed è sicuramente positivo che questo record venga segnato da un protocollo sul clima. Ma dopo che i riflettori si saranno spenti, i governi dovranno iniziare a lavorare per tradurre in pratica le buone intenzioni non vincolanti che il testo contiene.

«La cosa più importante è il numero di firme che otterremo in quel giorno», ha detto Laurence Tubiana, numero uno della delegazione francese presso le Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Tubiana è stata una dei mediatori chiave all’interno della Conferenza di Parigi, ma il suo compito non è affatto concluso: «Abbiamo bisogno di mostrare slancio, perché sappiamo che per alcuni Paesi questo accordo può essere difficile da firmare».