(Rinnovabili.it) – Dopo la “prima volta” degli Stati Uniti, con la pubblicazione delle prime norme anti-emissioni preparate bypassando il Congresso americano, anche la Cina è pronta per la sua prima volta climatica. La Repubblica Popolare, divenuta in questi anni a tutti gli effetti il più grande emettitore mondiale di gas serra, fisserà a partire dal 2016 un tetto assoluto alle sue emissioni di CO2. L’obiettivo rientrerà nel prossimo piano quinquennale della nazione, che sarà in vigore per l’appunto nel 2016. Secondo quanto rivelato da He Jiankin, presidente del comitato consultivo della Cina sul cambiamento climatico, il governo adotterà due strade differenti per controllare le emissioni di biossido di carbonio nel prossimo piano, “per intensità e attraverso un cap assoluto”.
Poco si sa degli strumenti effettivi per raggiungere la meta: stando alle dichiarazioni di He, la quota di combustibili non fossili nel mix energetico nazionale potrebbe raggiungere il 20 al 25 per cento nel 2030. Per ora i funzionari non hanno voluto rivelare neppure l’entità di tale tetto ma hanno ricordato come sia la prima iniziativa nei confronti delle emissioni assolute. La Repubblica Popolare, infatti, aveva fissato i suoi primi obiettivi emissivi nel 2009 durante il vertice di negoziati sul clima delle Nazioni Unite a Copenhagen. L’obiettivo precedente era quello di arrivare ad un taglio volontario delle emissioni legate alla sua crescita economica, dal 40-45% entro il 2020, rispetto ai livelli del 2005. In altre parole il Gigante asiatico si era impegnato a ridurre l’intensità delle emissioni per unità di PIL senza mettere pertanto un freno alle emissioni di carbonio assolute che sarebbero aumentate comunque.