(Rinnovabili.it) – La Cina ha un piano per mettere un tetto alle emissioni del trasporto aereo e altri sei settori. Tutto ciò in vista del lancio, il prossimo anno, del suo ingresso definitivo nel mercato del carbonio. Anche il Sudafrica ha appena fatto la stessa uscita pubblica, segno che intende puntare sul meccanismo di scambio delle emissioni per dare segni di vitalità nella lotta al riscaldamento globale.
Meno fumo dalle fauci del Dragone?
Pechino, maggior grande emettitore di gas serra al mondo sta già sperimentando un sistema di trading della CO2 in sette province. Jiang Zhaoli, l’alto funzionario per lo Sviluppo nazionale e la Reform Commission’s climate change de partment (NDRC), ha spiegato come il nuovo regime influenzerà in particolare i settori industriali di generazione energetica, metallurgia, metalli non ferrosi, materiali da costruzione, prodotti chimici e aviazione.
Zhaoli ha fatto sapere che ogni produttore, in questi settori, emette più di 26.000 tonnellate di anidride carbonica l’anno, e quindi dà un contributo significativo al cambiamento climatico.
«Speriamo di dare il via a un mercato nazionale del carbonio nell’estate del 2016 – incrocia le dita l’alto funzionario – con l’obiettivo di renderlo pienamente effettivo nel 2019».
L’inclusione del trasporto aereo nel sistema è un fatto significativo: basta ricordare l’opposizione cinese e americana quando l’Unione europea ha tentato di includere i voli internazionali nell’Emissions Trading System (ETS). Alla fine aveva dovuto rinunciare, raggiungendo un compromesso che prevedeva l’inclusione nel meccanismo solo dei voli interni all’Unione.
Le mosse del Sudafrica
Un rapporto della British High Commission Pretoria, pubblicato ieri, ha reso noto che anche il Sud Africa è pronto a lanciare la propria carbon tax.
La Borsa di Johannesburg (JSE) ha lanciato un sistema pilota di scambio delle emissioni alla fine dell’anno scorso, per dimostrare come società e organizzazioni potrebbero bilanciarle.
La borsa non è ancora autorizzata ad operare compensazioni di carbonio, ma l’Alto commissariato ha dichiarato che le piattaforme elettroniche di negoziazione già esistenti potrebbero essere utilizzate per il commercio dei crediti di carbonio nel mercato aperto.