Dal prossimo gennaio le centrali a carbone cinesi dovranno adeguarsi ad una normativa ambientale più severa e ridurre le proprie emissioni di anidride solforosa, ossido di azoto e fuliggine
(Rinnovabili.it) – Nuovi limiti di emissione per le centrali termoelettriche cinesi. Il Gigante asiatico ha deciso di intervenire sulla sua principale fonte di inquinamento atmosferico imponendo standard più rigidi agli impianti a carbone presenti sul territorio. L’annuncio arriva dal Vice Ministro della Protezione Ambientale, Wu Xiaoqing, che attraverso una relazione sul sito governativo spiega le novità che attendono il comparto energetico. Le nuove norme, che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2012, sostituiranno a tutti gli effetti la vecchia legislazione (anno 2003) e serviranno per ridurre le quote emissive di anidride solforosa, ossido di azoto e di fuliggine attualmente concesse agli impianti termoelettrici. Il provvedimento, inoltre, introdurrà un’importante novità, limitando per la prima volta anche gli scarichi di mercurio ottenuto dalla combustione del carbone e le emissioni delle caldaie a gas. Secondo il Ministero della Protezione Ambientale, la normativa richiederà circa 260 miliardi di yuan (40.740 milioni dollari) di nuovi investimenti per le aziende energetiche che si troveranno a doversi adeguare ai nuovi requisisti ma permetterà al Paese di ridurre, entro il 2015, di 5,8 milioni di tonnellate le emissioni di ossidi di azoto e di 6,18 milioni di tonnellate quelle di anidride solforosa.