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Cina, 7 imprese su 10 violano le leggi sull’inquinamento

inquinamento

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(Rinnovabili.it) – Non era un segreto che in Cina fosse difficile far rispettare la normativa sulle emissioni inquinanti. Ma l’ultima inchiesta del governo ha portato alla luce una situazione fuori controllo. Oltre i due terzi delle imprese analizzate vìolano la legislazione ambientale, il che significa che il governo avrà molto da fare per chiudere con un successo la campagna lanciata all’inizio di aprile. L’iniziativa mira a normalizzare la situazione in 28 città della regione Pechino-Tianjin-Hebei, uno dei principali punti caldi dell’inquinamento nel paese.

Nel complesso, sono quattro anni che la Cina ha iniziato la sua guerra santa per sconfiggere i governi locali e le potenti industrie che li influenzano. Ad oggi, conta 70 mila dipendenti pubblici incaricati di far rispettare la legislazione ambientale, e cerca perfino l’aiuto dei cittadini, promettendo 50 mila yuan (circa 7 mila dollari) a chi denuncia pratiche irregolari. Finora, però, ha sempre perso. Lo stretto connubio tra politica locale e impresa ha avuto gioco facile nel conservare un sistema clientelare, che consente all’industria di proseguire business as usual con le produzioni inquinanti, beneficiando di ispezioni e sanzioni inesistenti o truccate.

 

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Nei dati diffusi da Tian Weiyong, capo del dipartimento di monitoraggio presso il Ministero della Protezione Ambientale cinese, c’è tutto il fallimento del governo. Nonostante negli ultimi anni siano state elaborate nuove leggi, inasprite le sanzioni e accresciuta la capacità di controllo, su 4.077 aziende esaminate per la campagna di normalizzazione ben 2.808 hanno continuato bellamente a violare le norme ambientali. Si tratta del 69 per cento del totale.

Le multe nel 2016 hanno superato quelle dell’anno precedente di quasi un miliardo di dollari, secondo il Ministero della Protezione ambientale, che ha anche affermato di aver punito 137.800 violazioni ambientali (+34% anno su anno).

Sebbene la regione di Pechino-Tianjin-Hebei debba osservare entro il 2017 una riduzione del particolato fine (PM2.5) del 25% rispetto ai livelli 2012, sta correndo nella direzione opposta. Dopo cinque anni di calo, infatti, nei primi due mesi di quest’anno avrebbe fatto registrare un +48% rispetto al 2015.

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