(Rinnovabili.it) – Il sorpasso economico è già avvenuto, ora la Cina sta per soffiare un altro record agli Stati Uniti: quello delle emissioni di gas serra. Ormai è solo questione di mesi, perché le stime di esperti norvegesi e statunitensi danno per assodato il cambio al vertice della classifica dei grandi inquinatori già entro il 2015 (al più tardi, nel 2016). Si tratta di un primato che Pechino eviterebbe volentieri, dato il crescente malumore pubblico che sta per abbattersi sul governo e già si sta sfogando, in questi giorni, attraverso manifestazioni di piazza contro l’inquinamento. Adesso il Dragone deve cambiare rotta, non può vivere di rendita ancora per molto, perché non fa più alcun effetto sulla popolazione malata e soffocata dallo smog lo sventolio di un futuro di crescita senza fine. Già oggi, il Paese più popoloso del mondo emette più di Stati Uniti ed Unione Europea messi insieme.
Quasi 200 governi si incontreranno alla COP21 di Parigi, nel dicembre prossimo, con l’intento di elaborare un accordo globale per combattere il cambiamento climatico dopo la soglia del 2020. Se fino a qualche anno fa le emissioni cinesi erano basse e la responsabilità storica nel riscaldamento globale minore, oggi questa è salita alla ribalta.
Utilizzando dati leggermente diversi, il World Resources Institute ha stimato che le emissioni di biossido di carbonio cumulative della Cina ammonteranno a 151 miliardi di tonnellate nel periodo 1990-2016, superando il totale degli Stati Uniti di 147 miliardi.
L’ONU ha stabilito, nel 1992, che le nazioni ricche devono impegnarsi nella riduzione delle emissioni di gas serra, perché è dalla rivoluzione industriale che la loro ricchezza si basa sulla combustione di carbone, petrolio e gas naturale. Le potenze emergenti, al contempo, si sentono legittimate a bruciare più combustibili fossili per recuperare il gap economico con l’Occidente e diminuire la povertà entro i propri confini. Ma la rapida crescita economica di Cina, India, Brasile e molti altri Paesi, sta mettendo a dura prova la tradizionale divisione tra ricchi e poveri. Ad esempio, infatti, presto toccherà all’India superare la Russia e occupare il 4° posto fra i grandi emettitori dietro Cina, USA e UE.