(Rinnovabili.it) – La Cina conferma l‘aumento del regime di tassazione per proteggere dall’estrazione incontrollata dei metalli e dei minerali rari. Sei delle risorse catalogate come scarse, tra cui ferro e minerali di stagno, vengono quindi protette da inizio mese da un aumento delle tasse di estrazione che dovrebbe disciplinare il comparto. Secondo quanto riportato dai media il prelievo fiscale sullo stagno aumenterà di 20 volte, rimanendo su una quota compresa tra 12 e 20 yuan per tonnellate di minerale estratto mentre l’imposta sul ferro aumenterà del 60-80%, come anche le tasse che riguardano molibdeno, magnesio, talco, e boro.
“Tutti i minerali in questione sono risorse scarse, e hanno un importante valore strategico. La tassa vuole segnalare che il governo sta rafforzando gli sforzi di conservazione delle risorse,” ha dichiarato un membro della China Nonferrous Metals Industry Association al quotidiano China Daily.
I rincari, annunciati dal bando lanciato lo scorso autunno, comprendevano nella fase preliminare anche aumenti delle tasse riservate a una serie di combustibili fossili e metalli rari, tra cui carbon coke e gas naturale. Considerando che la Cina è il principale produttore al mondo di molti dei minerali classificati rari gli aumenti fiscali potrebbero gravare in maniera significati sui prezzi di tali risorse, spingendo le aziende ad adeguarsi alla conversione della produzione mediante l’utilizzo di materiali alternativi o recuperati.