I preoccupanti livelli di smog registrati a Shanghai hanno mobilitato l'intero pianeta, ora in cerca di soluzioni salva clima per la Cina. L'inquinamento oltre a minare la salute e l'ambiente sta infatti rallentando gli investimenti esteri
(Rinnovabili.it) – Gli alti livelli di inquinamento registrati la scorsa settimana a Shanghai hanno scosso l’opinione pubblica e spinto a chiedere la condivisione dei prezzi del carbone, così come vengono richiesti i report sugli interventi che le società mettono in piedi per proteggere l’ambiente.
Secondo l’Agenzia Bloomberg il maggiore produttore di carbone della Cina, Shenhua Energy, dopo gli stop alla produzione e alla circolazione imposti la scorsa settimana a causa dell’elevato tasso di smog registrato, teme la riduzione degli investimenti nei carburanti fossili e già registra i primi cali delle richieste. Al contrario la società che distribuisce apparecchiature di controllo dell’inquinamento atmosferico Fujian Longking ha rilevato una crescita della domanda dello 0,8%.
Nel frattempo a Shanghai non si registrano miglioramenti e il governo continua a suggerire a bambini ed anziani di rimanere in casa. Il governo ha imposto alle fabbriche di ridurre l’inquinamento, ai veicoli di non circolare e cancellato numerosi voli, sintomo di una qualità dell’aria in città assolutamente sopra i limiti consigliati.
I dati registrati ieri hanno evidenziato livelli di inquinamento ancora ufficialmente “pesanti”, anche se inferiori a quanto rilevato venerdì. Una minaccia per la salute e per l’ambiente, l’elevata presenza di inquinanti nell’aria rischia anche di pregiudicare gli investimenti esteri, per questo in settimana i funzionari di stato incontreranno i rappresentanti dell’EPA (Environment Protection Agency) statunitense al fine di discutere nuove politiche di riduzione dell’impatto ambientale del settore industriale con la speranza di riuscire a ratificare anche il Protocollo di Göteborg, che impone agli Stati membri di ridurre le emissioni di biossido di zolfo, ossidi di azoto, ammoniaca e polveri sottili entro il 2020.