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Per i cicloni tropicali è tempo di creare una categoria 6

cicloni tropicali

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I nuovi cicloni tropicali rendono obsoleta la scala Saffir-Simpson

 

(Rinnovabili.it) – I cicloni tropicali sono sempre più forti, intensi e lunghi, fatto che in questi giorni ha stimolato un dibattito tra gli scienziati del clima riuniti a Wellington, Nuova Zelanda, nella seconda Pacific Climate Change Conference. Da alcuni esperti è venuta una proposta che dà il segno di quanto il cambiamento climatico sia oggi una realtà da affrontare con strumenti adeguati: la scala Saffir-Simpson (SSHS), che dal 1969 misura l’intensità delle tempeste, si ferma al quinto grado, ma i trend degli ultimi anni portano a dibattere sulla necessità di creare una categoria 6, per riflettere la crescente gravità dei cicloni tropicali sulla scia dell’aumento delle temperature marine e dei cambiamenti climatici.

Il climatologo Michael Mann, direttore del centro scientifico del sistema Terra presso la Penn State University, ha affermato che la scala attuale potrebbe essere considerata sempre più obsoleta: “Scientificamente, un livello 6 descriverebbe meglio la forza delle tempeste di 320 km orari“. La categoria 5 fino ad oggi era considerata la più elevata, con cui si descriveva la distruzione totale delle infrastrutture umane. Ma oggi le costruzioni più robuste permettono di evitare il peggio in molte situazioni. Da qui, la proposta di aggiornare la scala Saffir-Simpson.

 

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Il ministro della Nuova Zelanda per il cambiamento climatico, James Shaw, ha dichiarato che il ciclone Winston nel 2016 – il più forte mai registrato nell’emisfero sud – è stato un esempio da classificare come categoria 6, se fosse esistita.

L’unica ragione per cui non si trattava di un ciclone di categoria 6 è perché non abbiamo una categoria 6, ma potremmo averne bisogno in futuro”, ha detto Shaw.

Secondo alcuni scienziati, tuttavia, gli effetti dell’introduzione di un’altro gradino nella scala potrebbero essere complessi da gestire, perché i meteorologi sono stati addestrati in base ai vecchi parametri, rispetto ai quali anche il pubblico è stato educato sulle misure di emergenza. Ma il fatto stesso che questi temi siano oggetto di una conferenza internazionale, significa che stiamo facendo i conti con un mondo in evoluzione. E non sarà un’evoluzione del tutto serena.

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