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Chimica, quella insostenibile uccide 1 mln di persone l’anno

Il problema riguarda sia i Paesi sviluppati che quelli emergenti, dove misure di salvaguardia e normativa sono spesso carenti. Steiner: "la buona gestione dei rifiuti chimici è la base per un'economia verde fiorente"

(Rinnovabili.it) – L’utilizzo di sostanze chimiche nei paesi in via di sviluppo sta rivelando ritmi di crescita inaspettati ed un rischio di esposizione a sostanze pericolose ogni giorno maggiore. A denunciarlo è un nuovo rapporto dell’United Nations Environment Programme (UNEP) in cui si chiede un’urgente azione coordinata da parte di governi e industria per ridurre i pericoli derivanti da un uso insostenibile dei prodotti chimici.

“Le comunità di tutto il mondo – in particolare quelli dei paesi emergenti e in via di sviluppo – sono sempre più dipendenti da prodotti chimici, fertilizzanti, prodotti elettronici e in plastica, per lo sviluppo economico e il miglioramento delle loro condizioni di vita”, ha dichiarato il Sottosegretario Generale e Direttore Esecutivo dell’UNEP, Achim Steiner.  “Ma sia i guadagni che le sostanze chimiche sono in grado di fornire non devono andare a scapito della salute umana e dell’ambiente. L’inquinamento e le malattie connesse ad un uso, produzione e smaltimento non sostenibili di queste sostanze può, infatti, ostacolare i progressi verso gli obiettivi chiave dello sviluppo influenzando, la sicurezza alimentare e idrica, il benessere e la produttività dei lavoratori”.

Il documento rivela che i costi risultati dagli avvelenamenti da pesticidi nell’Africa sub-sahariana supera oggi il totale degli aiuti allo sviluppo che giungono d’oltremare annualmente alla regione per i servizi sanitari di base (esclusa la cura all’HIV). E in previsione la cifra potrebbe raggiungere, entro il  2020, i 90 miliardi di dollari. Nelle economie emergenti questi rischi sono aggravati anche dalla costante importazione dei rifiuti provenienti dai paesi sviluppati a causa di garanzie e normative spesso più deboli.

Il ritmo dei progressi in questo campo risulta lento e i risultati sono troppo spesso insufficienti. Delle circa 140.000 sostanze chimiche attualmente sul mercato, solo una minima parte è stata attentamente valutata per determinare il rispettivo effetto sulla salute umana e sull’ambiente. Ad oggi, inoltre, gli avvelenamenti da sostanze chimiche industriali e agricole sono tra le prime cinque cause di morte a livello mondiale, contribuendo a oltre 1 milione di decessi ogni anno. Il rapporto spiega però come il passaggio alla produzione, all’uso e allo smaltimento delle sostanze chimiche in maniera sostenibile possa portare notevoli vantaggi economici in termini di sviluppo, riduzione della povertà, e riduzione dei rischi uomo e pianeta.