(Rinnovabili.it) – Dopo Chernobyl, Fukushima e Majak, nella classifica degli incidenti nucleari più gravi della storia c’è Three Mile Island. Sebbene meno noti nel mondo, i fatti del 1979 sono ancora scolpiti nella memoria degli Stati Uniti. Il 28 marzo 1979, guasti e errori umani causarono una parziale fusione del nocciolo di uno dei due reattori di Three Mile Island, determinando un incidente di livello 5. Il reattore danneggiato rilasciò piccole quantità di gas radioattivi nell’ambiente e, da allora, l’unità 2 è stata messa fuori uso, mentre l’unità 1 ha proseguito la produzione di energia fino ad oggi.
Quell’incidente fu il più grave nella storia del paese, ma ebbe la fortuna di non uccidere nessuno: secondo le autorità federali avrebbe avuto effetti minimi sulla salute dei 2 milioni di persone che vivevano nei pressi del sito, nella Pennsylvania centrale, circa 300 chilometri ad ovest di New York.
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Ieri, dopo 38 anni, la svolta: Exelon Corp, la società elettrica statunitense che possiede la centrale elettrica, ha detto che entro il 30 settembre 2019 chiuderà l’impianto per la mancanza di politiche energetiche statali e federali. A meno che non venga messo in piedi un sistema di sussidi, Three Mile Island verrà consegnata alla storia tra poco più di due anni. L’annuncio della società con sede a Chicago di arriva dopo un lustro di perdite e il recente fallimento di un’asta per la vendita dell’energia dell’impianto nella rete regionale. Il gas da scisti ottenuto con il fracking, grazie alla deregolamentazione e al sostegno federale, oggi costa meno dell’atomo, e così molti impianti sono in difficoltà.
«Oggi è una giornata difficile – ha dichiarato Chris Crane, presidente e CEO di Exelon – Non solo per i 675 uomini e le donne di talento che si sono dedicati ad operare Three Mile Island in modo sicuro e affidabile ogni giorno, ma anche per le loro famiglie, le comunità e i clienti che dipendono da questa pianta per produrre energia pulita e sostenere posti di lavoro locali».
Quando parla di “energia pulita”, Crane sottolinea che vorrebbe per il nucleare lo stesso trattamento preferenziale che la Pennsylvania riserva a fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico. Exelon e altri proprietari di impianti atomici sostengono che le centrali siano più adatte del gas naturale o del carbone a combattere il cambiamento climatico. I cosiddetti “salvataggi nucleari” hanno ottenuto l’ok in Illinois e New York, ma pesano sulle bollette dei consumatori la Pennsylvania non vuole prendere misure impopolari. Tantopiù che chiudere Three Mile Island potrebbe essere una mossa percepita nell’immaginario collettivo come la chiusura di un capitolo doloroso della storia americana.