Con il respingimento del ricorso avanzato dalla Regione Veneto, il Consiglio di Stato conferma l’incompatibilità ambientale per la conversione a carbone della centrale termoelettrica rodigina
(Rinnovabili.it) – La conversione a carbone della centrale termoelettrica di Porto Tolle non si farà. A ribadirlo è stato il Consiglio di Stato (CdS) che, con una sentenza del 20 aprile scorso, ha dichiarato inammissibile il ricorso fatto dalla Regione Veneto per revocare quanto stabilito dallo stesso Consiglio di Stato nel maggio del 2011. Con la sentenza del 17 maggio 2011, infatti, il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per il quale invece il progetto era ambientalmente compatibile. Un nuovo alt al carbone, dunque, nello specifico al progetto dell’Enel, accolto con favore anche da Greenpeace, soddisfatta che la sentenza del CdS del maggio scorso resti in piedi. «Le scomposte manovre della Regione Veneto per revocarla, nell’interesse di un’azienda anziché dei cittadini – ha commentato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace – sono state bloccate dai giudici». Ma la vicenda non si conclude qui perché il 22 maggio prossimo sarà decisa dal Consiglio di Stato la compatibilità della sentenza del maggio 2011 con le norme “ad centralem” che la Regione Veneto e il Governo nazionale hanno approvato la scorsa estate. L’associazione ambientalista si aspetta che i giudici agiscano con imparzialità ed equilibrio. Per Greenpeace, infatti, “quelle leggi – approvate solo per consentire la realizzazione di un progetto altrimenti già bocciato dalle risoluzioni della magistratura – rendono di fatto la normativa italiana incompatibile con quella europea in materia di Valutazione d’Impatto Ambientale sulle infrastrutture energetiche”.