Il Worldwatch Institute pubblica un rapporto sul Carbon Capture and Storage (CCS) in cui, oltre allo stato dell’arte attuale, si discute su quale futuro aspettarsi
Tra i principali finanziatori del CCS figurano gli Stati Uniti, seguiti dall’Unione Europea e dal Canada; la capacità di stoccaggio di tutti gli impianti attivi raggiunge a malapena lo 0,5%, un dato che, per rendere il CCS uno strumento indispensabile nella lotta alle emissioni, dovrà crescere di molto. Stando a quanto spiegato nel rapporto, le prospettive di sviluppo futuro del CCS saranno probabilmente influenzate da una serie di fattori, quali ad esempio alcune imposizioni normative che impongono ai produttori di energia limitazioni alle emissioni di CO2 delle centrali elettriche. Dall’alltro canto, lascia ben sperare il fatto che di questa tecnologia se ne sia discusso durante i negoziati internazionali sul clima e che, lentamente, si stia sviluppando un quadro normativo di riferimento a livello globale.