Grazie alla firma dell'accordo la Scozia e la Corea del Sud coopereranno per dare maggiore vitalità e spazio al CCS per ridurre l'impatto ambientale delle industrie e della produzione di energia
(Rinnovabili.it) – La Scozia e la Corea del Sud stanno studiando metodologie di diffusione della tecnologia CCS. La cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica è una tecnica costosa, che ancora stenta a decollare nonostante la validità dei risultati proprio a causa di costi economici molto elevati.
Per questo i governi dei due paesi, che hanno firmato ieri un accordo di cooperazione relativo al CCS, stanno cercando metodi di riduzione dell’impatto inquinante della produzione di energia elettrica e dell’industria promuovendo nuove soluzioni di cattura e stoccaggio della CO2.
Il memorandum d’intesa (MoU) tra la Scottish Carbon Capture and Storage (SCCS) di Edimburgo e il Korea Carbon Capture and Sequestration Research and Development Center (KCRC) coreano dovrebbe quindi favorire la diffusione degli impianti per ridurre l’impatto inquinante del settore energetico ed industriale.
Grazie alla firma dell’accordo si prevede l’organizzazione di un programma congiunto della durata di tre anni per la ricerca e la formazione del personale oltre che per la condivisione del know how tra gli istituti. La tecnologia per catturare le emissioni dalle centrali elettriche e dalle fabbriche e intrappolarle nel sottosuolo è considerato da molti come uno strumento fondamentale per la decarbonizzazione dell’economia mondiale e la lotta ai cambiamenti climatici futuri. L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha stimato che il CCS potrebbe ridurre le emissioni globali di anidride carbonica del 19 per cento e che la lotta contro il cambiamento climatico potrebbe costare il 70 per cento di più senza efficaci tecnologie CCS.
“La cooperazione internazionale è un aspetto essenziale per la corretta distribuzione della CCS in tutto il mondo, e ci sono opportunità chiare per fruttuosa ricerca congiunta tra KCRC e CSSC” ha dichiarato Stefano Brandani, membro della direzione del CSSC e presidente di ingegneria chimica presso l’Università di Edimburgo.