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CCS e omega3 supportano l’industria ittica norvegese

CCS(Rinnovabili.it) – Nel Technology Centre Mongstad si parla di innovazione. Nell’impianto pilota si faranno presto crescere grazie alla CO2 alghe ricche di omega3 da utilizzare come mangime negli allevamenti di pesce.

L’anidride carbonica proverrà da un impianto di cattura e stoccaggio della CO2  (CCS) che fa parte di un progetto sperimentale di acquacoltura del valore di 2 milioni di dollari che sta interessando la Norvegia. Il governo ha assegnato 1 milione di dollari di finanziamenti per la realizzazione di un impianto pilota che sfrutterà la CO2 catturata al Technology Centre Mongstad (TCM) per sostenere l’industria dell’acquacoltura della Norvegia. Il settore ittico norvegese è una delle maggiori industrie del paese, con un volume d’affari che nel 2013 ha superato i 10 miliardi di dollari, secondo solo a petrolio e gas. La crescente domanda di prodotto ha però portato ad una riduzione della presenza di omega3, che si cercherà di reintrodurre nell’alimentazione dei pesci proponendo nell’alimentazione alghe ricche di questo acido grasso.

Le alghe sono infatti la maggior fonte di omega3 in mare, e il progetto vuole dimostrare che la loro coltivazione è possibile anche in laboratorio attraverso la fotosintesi stimolata da  luce solare in combinazione con la CO2 e il calore residuo dell’impianto TCM. Il progetto prevede che la produzione di prova di omega-3 ricco di alghe possa iniziare a Mongstad già nei primi mesi del 2015, dando il via a un programma di ricerca quinquennale che potrebbe portare alla costruzione di un impianto commerciale per la produzione di alghe marine nel sito.

 

Frank Ellingsen, amministratore delegato della MTC, ha detto che l’impianto potrebbe fornire una soluzione sostenibile ad un problema ambientale e una alternativa allo stoccaggio della CO2 in formazioni geologiche sotterranee.

“La CO2 fa sempre più parte dell’economia globale, mentre la domanda di cibo per i pesci di allevamento è in aumento. Sembra essere una soluzione intelligente combinare i due fattori e utilizzare la CO2, sottoprodotto del settore del petrolio e del gas, come materia prima per l’acquacoltura” ha aggiunto Ellingsen.

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