(Rinnovabili.it) – Provare il CCS per credere nella sua efficacia. Sembra questo il pensiero alla base dell’accordo firmato dagli Stati Uniti e dalla Norvegia, intenzionati a testare un sistema di prova per 4 anni e valutarne le caratteristiche e la reale efficacia. La sigla dell’intesa punta a rafforzare la collaborazione e il sostegno ad una rete internazionale di centri di test progettati per accelerare lo sviluppo della tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio.
A tal proposito il Segretario statunitense all’Energia Ernest Moniz e Tord Lien, ministro norvegese dell’Energia e del petrolio hanno firmato la scorsa scorsa settimana impegnandosi nella gestione e nello sviluppo di una nuova rete di test che lavorerà per 4 anni. Il CCS Test Centre, lanciato lo scorso anno, è composto da vari siti di prova in entrambi i paesi con il contributo di alcune aziende di ingegneria ed energia. L’obiettivo del progetto è tagliare i costi della tecnologia in modo da poterne promuovere la diffusione della tecnologia che, secondo le stime dell’Agenzia Internazionale per l’energia potrebbe ridurre il rilascio di emissioni inquinanti del 19%.
“Siamo tutti d’accordo che abbiamo bisogno di condividere idee, conoscenze ed esperienze, al fine di trovare soluzioni economicamente sostenibili,” ha detto il ministro Lien. “L’infrastruttura esistente deve essere utilizzata in modo efficiente. Dobbiamo imparare quanto più possibile l’uno dall’altro. Ciò richiede la cooperazione e gli sforzi congiunti del settore, della comunità di ricerca e dei governi.”
La rete CCS ha in programma di tenere la sua prima riunione ufficiale il 25 novembre prossimo a Bruxelles per analizzare in che modo agevolare la condivisione di conoscenze in merito agli ultimi sviluppi della tecnologia e i rischi associati all’utilizzo del CCS.