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Cattura del carbonio: UK punta a diventare leader mondiale

Il governo britannico è pronto a sostenere un investimento di circa 354 milioni di euro per implementare entro la metà del 2020 il primo progetto su larga scala di CCSU

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Il ministro dell’energia britannico, Claire Perry.

 

Per la IEA la cattura del carbonio è indispensabile per raggiungere gli obiettivi climatici internazionali

 

(Rinnovabili.it) – Porterà la firma del Department for Business, Energy and Industrial Strategy del Regno Unito il primo progetto su larga scala per per la cattura del carbonio. Secondo quanto annunciato dal ministro per l’energia britannico, Claire Perry, la Gran Bretagna è pronta a implementare entro la metà del 2020 un progetto su larga scala di cattura, immagazzinamento e utilizzo delle emissioni di CO2 (Carbon capture, storage and use – CCSU). Maggiori dettagli sul progetto saranno presentati l’anno prossimo, ha detto il ministro Perry, aggiungendo che si tratta di una operazione che farebbe del Regno Unito il leader mondiale sullo sviluppo della tecnologia CCSU su larga scala. Il paese è pronto a investire 315 milioni di sterline, circa 354 milioni di euro. Le emissioni verrebbero catturate dalle centrali elettriche e dalle industrie, per poi essere compresse, immagazzinate e quindi utilizzate per successive applicazioni industriali, come la produzione di bevande frizzanti per esempio. Per i sostenitori degli impianti di CCSU la tecnologia potrebbe fornire un valido contributo per limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5 °C.

 

L’idea di implementare una simile soluzione su larga scala era già stata presa in considerazione dal governo britannico come uno strumento vitale per raggiungere l’obiettivo legalmente vincolante di ridurre le emissioni nazionali dell’80% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050. Nel 2012 il governo lanciò una gara da 1 miliardo di sterline per contribuire a finanziare un progetto su larga scala per catturare le emissioni di CO2 da una centrale elettrica a gas o a carbone e stoccarle sottoterra. Nonostante ci furono diverse società interessate, tra cui Shell, nel 2015 il governo decise di ritirare i finanziamenti, lasciando i progetti nel limbo.

 

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Nonostante gli alti costi iniziali che ne hanno frenato lo sviluppo fino ad oggi, secondo quanto sostenuto dalla International Energy Agency (IEA), implementare questa tecnologia su larga scala offrirebbe un aiuto non indifferente per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici. Addirittura per il direttore esecutivo della IEA, Fatih Birol, senza CCSU sarà praticamente impossibile raggiungere gli obiettivi climatici internazionali.