(Rinnovabili.it) – Un digiuno catto-climatico a staffetta per la Quaresima. È l’idea che ieri ha lanciato il Movimento cattolico globale per il clima, costituitosi nel mese di gennaio. L’obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza sul cambiamento climatico e chiamare i cattolici a raccogliere la sfida di quella che Papa Francesco ha chiamato «una globalizzazione dell’indifferenza». Il messaggio che il movimento vuole mandare, inoltre, riguarda l’importanza di ridurre la nostra impronta di carbonio e aumentare “l’impronta spirituale”.
Finora, i cattolici di 44 Paesi hanno aderito al digiuno per la giustizia climatica. Il Movimento Cattolico globale per il clima spera che, davanti a una massa di fedeli schierati, i leader mondiali saranno più stimolati ad elaborare un accordo vincolante per evitare le più gravi ripercussioni del cambiamento climatico. Gli organizzatori non chiedono a nessuno di digiunare per tutti i 40 giorni, ma ad ogni Paese di aderire per un giorno. In linea con la tradizione della Chiesa, chiedono poi a tutti i cattolici di astenersi il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo.
Insieme con il digiuno dal cibo, gli organizzatori chiedono ai cattolici adottare comportamenti “a bassa impronta di carbonio”, come muoversi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, lavorare da casa e utilizzare meno energia elettrica o acqua. Gli organizzatori stanno anche chiedendo ai partecipanti di condividere le rispettive dichiarazioni o girare un video che spiega il motivo per cui digiunano e gli impatti del cambiamento climatico sui loro territori.
Il digiuno è diventato un mezzo importante per gli attivisti del clima. Il Delegato filippino, Yeb Sano, lo ha praticato nel 2014 durante i negoziati sul clima delle Nazioni Unite a Lima, per protestare contro la mancanza di progressi. È nata tra gli attivisti una catena del digiuno di 365 giorni, iniziata il 1 dicembre 2014, che durerà fino al 30 Dicembre 2015.
E anche la Chiesa si è messa in scia. Il Papa ha fatto notizia in tutto il mondo con dichiarazioni da frontman ambientalista. A gennaio ha visitato le Filippine, incontrando i sopravvissuti del tifone Haiyan, e il 14 febbraio scorso ha ricevuto in vaticano il re e la regina di Tonga, per discutere i danni che il cambiamento climatico sta causando agli Stati insulari del Pacifico.
La Santa Sede sta pianificando una massiccia opera di comunicazione sul tema: lo dimostra un incontro dei funzionari la scorsa settimana, con l’intenzione di avviare le operazioni per la creazione di un think tank ambientale cattolico, che avrebbe il potere di parlare a 1.2 miliardi di cattolici in tutto il mondo.