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Catena umana alle Tremiti contro le trivellazioni in Adriatico

Catena umana alle Tremiti contro le trivellazioni in Adriatico

 

(Rinnovabili.it) – Sarà la più grande catena umana mai predisposta in acqua. Con queste parole il coordinatore del Movimento No Triv Gargano, Raffaele Vigilante, chiama a raccolta tutti i cittadini per dire ‘NO’ alle trivellazioni nel Mare Adriatico. L’intenzione è farlo in modo creativo, stringendosi per mano in un grande cerchio a protezione dell’isolotto di Cretaccio e, simbolicamente, di tutte le Isole Tremiti. Gli attivisti si incontreranno alle 12 di domani, 27 agosto, alla Banchina del Porticciolo di San Domino.

 

Il Movimento No Triv è nato per opporsi a quello che chiama uno «scellerato progetto»: trasformare il Mare Nostrum in un distretto petrolifero, presidiato da piattaforme per l’estrazione di idrocarburi che potrebbero danneggiare l’ambiente, la salute e l’economia locale. L’appuntamento è stato organizzato dell’associazione tremitese Punto a Capo con il partenariato di molti soggetti: WWF, Comune di Tremiti e numerosi comuni ed enti regionali. È la risposta di un tessuto politico territoriale che è completamente in disaccordo con le mosse del governo nazionale, e ha deciso di farsi sentire. Finora la manifestazione ha ricevuto oltre 2 mila adesioni tra singoli e sigle associative, tra cui tutti i comuni costieri pugliesi e il presidente della Regione Molise, oltre a un vasto raggruppamento di associazioni ambientaliste.

 

Catena umana alle Tremiti contro le trivellazioni in Adriatico 1

 

«Le politiche del ministero dello Sviluppo economico, negli ultimi anni, hanno condizionato la politica del governo, procedendo in direzione ostinata e contraria agli interessi delle popolazioni costiere – sostiene il WWF in un comunicato – Dall’articolo 35 del decreto Sviluppo 2012 scritto dal Governo Berlusconi, che è valso la sanatoria ai procedimenti in corso per le trivellazioni anche nella fascia vietata delle 12 miglia dalla linea di costa, sino ad arrivare all’articolo 38 del decreto Sblocca Italia del 2014 del Governo Renzi, che trasforma prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in attività strategiche, accelerando e rendendo più opache le procedure autorizzative per attività ad alto rischio ambientale. Il tutto, mentre si mira ad un recepimento parziale e pro-petrolieri della Direttiva europea Offshore».

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