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CAT: dimezzare emissioni entro 2030 o riscaldamento globale toccherà +3°C

Il report di metà anno del Climate Action Tracker analizza i piani di lotta al cambiamento climatico di 32 nazioni: solo quelli di Marocco e Gambia in linea con gli Accordi di Parigi.

riscaldamento globale climate action trackerAllo stato attuale, se anche tutti i Paesi censiti raggiungessero gli obiettivi fissati, il riscaldamento globale arriverebbe a +3°C entro fine secolo

 

(Rinnovabili.it) – Le emissioni globali di gas serra andrebbero dimezzate entro il 2030 se si vuole contenere il riscaldamento globale nei previsti dagli Accordi di Parigi: a rilanciare l’appello è il report di metà anno del Climate Action Tracker (CAT), uno dei più autorevoli consorzi scientifici indipendenti specializzato nel monitorare i livelli di emissioni nell’atmosfera.

 

Il report prende in analisi i Piani di contrasto al cambiamento climatico stilati da 32 nazioni in tutto il mondo (l’Unione europea, in questo caso, è considerata come un’unica entità): secondo gli esperti del CAT, anche ipotizzando che tutti gli Stati riuscissero a centrare gli obiettivi dichiarati, le temperature medie mondiali rischiano di aumentare di 3°C entro fine secolo, il doppio rispetto al limite più ambizioso fissato dagli Accordi di Parigi del 2015.

 

A preoccupare gli analisti sono soprattutto i recenti trend in materia di emissioni: il 2018 ha visto un nuovo record delle immissioni in atmosfera di CO2, di cui oltre 1/3 causato dall’utilizzo di carbone. Allo stesso tempo, sono aumentate le emissioni generate dal consumo di gas naturale, la cui produzione si è impennata grazie soprattutto all’intensa attività estrattiva degli Stati Uniti, e quelle causate dalle fuoriuscite di metano, molte delle quali correlate al fracking. Di contro, segnala il report, le nuove installazioni di energie rinnovabili hanno visto un sostanziale stallo dopo un decennio di continua crescita.

 

emissioni

 

Dei 32 Piani analizzati dagli studiosi del CAT, solo quelli di Marocco e Gambia sono risultati in linea con il contenimento dell’innalzamento delle temperature globali entro 1,5°C per fine secolo.

 

 Cinque nazioni (Bhutan, Costa Rica, Etiopia, India e Filippine) hanno disposto piani per contenere il riscaldamento globale sotto i 2°C; mentre le strategie predisposte da altre 10 nazioni (Australia, Brasile, Canada, Unione europea, Kazakistan, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Perù e Svizzera) porterebbero il Pianeta a conoscere temperature medie superiori di 3°C entro il 2100.

 

Fortemente insufficienti i piani predisposti da 9 Paesi (Argentina, Cile, Cina, Indonesia, Giappone, Singapore, Sud Africa, Corea del Sud ed Emirati arabi uniti), in linea con un aumento medio delle temperature fino a 4°C; di estrema gravità le strategie predisposte da 5 nazioni (Russia, Stati Uniti, Arabia saudita, Ucraina e Turchia) che porterebbero a un innalzamento delle temperature mondiale superiore ai 4°C.

 

piani contro riscaldamento globale

 

Una panoramica che ancora non recepisce i recenti annunci di diverse nazioni per rivedere in termini più ambiziosi i propri piani energetici e climatici: prima il Cile, poi Regno Unito e Giappone hanno dichiarato di voler raggiungere l’obiettivo zero emissioni (rispettivamente entro il 2050 i primi due e il prima possibile nella seconda metà del secolo i terzi).

 

“L’attenzione pubblica si sta movimentando rapidamente, con movimenti come Fridays for Future e Extinction Rebellion a spingere i Governi verso l’azione grazie alle persone che manifestano per le strade – ha commentato Niklas Höhne, coordinatore del NewClimate Institute, una delle organizzazioni partner dello studio – Mentre l’attenzione si sposta dal cambiamento climatico alla crisi climatica, le priorità pubbliche prendono piede e noi tutti ci aspettiamo che i Governi mettano in atto azioni coraggiose”.