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Carta di Matera: un piano d’azione per l’agricoltura italiana

Carta di Matera
Credits: Tomas Turek da Pixabay

Prodotta nell’ambito del XVII Congresso Conaf, la Carta di Matera stabilisce le linee guida da seguire fino al 2030

 

(Rinnovabili.it) – Si è concluso sabato 9 novembre, a Matera, il XVII congresso nazionale del Consiglio dell’Ordine nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali (Conaf), istituito nel 1929. Il congresso, quest’anno, prevedeva quattro specifici temi di intervento: la sicurezza alimentare, la sicurezza ambientale, città vivibili e gestione delle foreste, ciascuno di essi riconducibile ad uno specifico goal dell’Agenda Europea 2020 (rispettivamente, goal 2, 12, 11 e goal 15).

 

Durante i tre giorni del congresso, e grazie all’intersezione di questi quattro temi (centrali per la politica europea e, soprattutto, italiana sull’ambiente), è stata prodotta la cosiddetta Carta di Matera, vale a dire un vero e proprio piano d’azione, da oggi fino al 2030, per migliorare la sostenibilità e la gestione del verde (urbano e no) nel nostro paese. La Carta di Matera ha l’ambizione di individuare le linee guida per la politica ambientale italiana e, per tale motivo, nelle intenzioni dei suoi creatori non si presenta solo come un manifesto autoriferito per le professioni agronomiche e forestali, ma come uno strumento “utile per la società civile e per l’intero settore primario”, afferma Sabrina Diamanti, presidente Conaf.

 

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Dopo una breve introduzione, in cui si sottolinea l’importanza per l’agricoltura in Italia (non solo per le sue implicazioni economiche, ma anche sociali, ambientali e territoriali) e la necessità di un “Patto con la società” (che abbia come suo riferimento le funzioni produttive, di tutela ambientale e salutistiche svolte dal settore agricolo), il documento si declina in cinque sezioni: gli impegni delle amministrazioni locali; la valorizzazione dell’attività agricola; la salvaguardia del terreno agricolo; la diffusione dei servizi per le aziende e la semplificazione con le amministrazioni locali; la valorizzazione del rapporto tra cibo e territorio.

 

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La Carta, prendendo atto delle enormi potenzialità delle produzioni agricole integrate, conservative e biologiche, sottolinea come il settore agricolo svolga un ruolo fondamentale anche rispetto al miglioramento della vivibilità delle città, rafforzando la relazione città-campagna. Tuttavia, affinché il divario tra zone rurali e urbane venga colmato, è necessario contrastare “i fenomeni di consumo del suolo e stimolare le politiche di reimpiego degli scarti […] stimolando modelli produttivi sostenibili e i modelli economici circolari”, si legge nel documento. Per tale ragione, è fondamentale cogliere l’opportunità per stimolare politiche virtuose per lo sviluppo delle aree interne italiane, stimolando un lavoro di cooperazione all’interno del settore primario. Ciò significa, tra le altre cose, incentivare una comune azione di contrasto della criminalità organizzata (sia in termini di ecomafie, sia in termini di sfruttamento del lavoro agricolo) e a favore della legalità.

 

Per Carmine Cocca, presidente regionale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, l’auspicio è che, attraverso la Carta di Matera, “si rafforzi la qualità dell’offerta professionale per un territorio che necessita di interventi concreti e nel quale la nostra professione rappresenta una risposta costante e continua per un’evoluzione ecocompatibile ed ecosostenibile che trova radici nella competenza”.

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