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Un “carrello verde” per riconoscere i punti vendita sostenibili

Shopping cart in a grocery store

Un "carrello verde" per riconoscere i punti vendita sostenibili

 

(Rinnovabili.it) – Quanto si impegna per l’ambiente l’esercizio commerciale dove fai quotidianamente la spesa? Quanti rifiuti ricicla? Quanta energia risparmia? E quante eccedenze alimentari salva dal cassonetto? In Emilia Romagna non è troppo difficile ottenere queste risposte. La Regione ha avviato lo scorso anno un programma di certificazione ambientale per il settore della distribuzione organizzata a cui i punti vendita possono aderire volontariamente. Un “Carrello verde” è dallo scorso anno il simbolo dei negozi impegnati in pratiche virtuose: dal risparmio energetico alla riduzione degli imballaggi e degli sprechi alimentari, dalla prevenzione dei rifiuti nei punti vendita e negli uffici alla progettazione sostenibile degli spazi e di attività di educazione al consumo consapevole.

 

Il sistema di qualificazione, creato dalla Regione, d’intesa con Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti), definisce una serie di requisiti obbligatori (contenitori per vendita alla spina, etc) più una serie di requisiti facoltativi. La loro somma consente di stabilire a quale dei tre livelli di efficienza ambientale si posizioni il punto vendita. Al sistema partecipano già le cooperative aderenti a Legacoop l’accordo e gli esercizi di Nordiconad, che sottoscritto l’accordo proprio in questi giorni.

 

“Il rispetto dell’ambiente passa anche dagli scaffali dei supermercati – afferma l’assessore regionale, Paola Gazzolo -. Tutti, istituzioni, cittadini e imprese, sono chiamati a fare la propria parte per raggiungere gli obiettivi ambiziosi che ci siamo dati con la legge sull’economia circolare e con il Piano rifiuti. Con queste iniziative specifiche vogliamo riconoscere gli sforzi compiuti dalla distribuzione organizzata ed innalzarne ulteriormente la qualità ambientale. Mi auguro – conclude Gazzolo – che l’ingresso di Conad, dopo quello già avvenuto da parte di altri gruppi, apra la strada ad ulteriori adesioni.”

 

I requisiti dei punti vendita saranno verificati a campione. Inoltre, i responsabili dei punti vendita debbono trasmettere alla Regione, sulla base di quanto previsto nel disciplinare, informazioni che consentano di quantificare in termini forfettari il contributo che le stesse attività commerciali possono fornire in termini di minore produzione di rifiuti, attività necessaria anche per stabilire eventuali scontistiche in tariffa.

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