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Carbone: un impianto su 4 va chiuso entro 5 anni

Le centrali a carbone cinesi dominano il quadro, seguite a ruota dalle americane, obsolete e inquinanti. Ma se ne costruiscono sempre di più

Carbone un impianto su 4 va chiuso entro 5 anni-

 

(Rinnovabili.it) – Chi sono i 100 più grandi inquinatori da carbone al mondo? La Oxford University ha censito le compagnie elettriche che sono a rischio chiusura dei loro impianti più obsoleti e climalteranti in un rapporto uscito stamattina.

In testa alla classifica non era difficile notare la prevalenza di gruppi cinesi, ma non va sottovalutato il ruolo degli Stati Uniti. Anzi, 10 tra le prime 25 centrali a carbone più inquinanti sono proprio americane.

L’analisi, realizzata per aiutare gli investitori a valutare il rischio di gravi perdite finanziarie, ha anche rivelato che il colosso energetico francese GDF Suez occupa il terzo posto nella lista nera.

 

Inquinante e inefficiente, il carbone domina ancora il mercato

Il carbone fornisce, attualmente, il 40% dell’energia elettrica del mondo. Tre quarti di questa elettricità è prodotta da impianti vetusti, inquinanti e poco efficienti, che utilizzano la tecnologia a vapore subcritico. L’International Energy Agency (EIA) ha calcolato che una su quattro di queste centrali deve chiudere entro cinque anni, se i governi del mondo hanno intenzione di mantenere il loro impegno a limitare il riscaldamento globale ai fatidici 2°C.

La nuova analisi classificato le aziende in base alla quantità di energia elettrica prodotta dagli impianti che applicano questa tecnologia. Nella top 25 sono apparse anche le principali utility tedesche, RWE ed E.ON, insieme con la sudafricana Eskom e l’australiana AGL Energy.

«Le Centrali a carbone sono la prima cosa che dobbiamo togliere di mezzo se vogliamo affrontare il cambiamento climatico», ha detto Ben Caldecott, dell’Università di Oxford, principale autore del rapporto. Nell’analisi sono entrati come parametri di misurazione anche le emissioni di carbonio, l’inquinamento dell’aria e la pressione sulle risorse idriche.

Caldecott ha detto che alcuni impianti a carbone cinesi sono stati già chiusi a seguito del malcontento esploso nell’opinione pubblica riguardo all’inquinamento atmosferico, mentre in India diversi non sono stati funzionanti per mesi a causa della carenza idrica. Tuttavia, le centrali a carbone con tecnologia a vapore subcritico continuano ad essere costruite, nonostante producano il 75% di inquinamento da CO2 in più rispetto ai più costosi ed efficienti impianti moderni, e consumino una quantità d’acqua superiore del 67%.

 

Il ruolo delle lobby

Le principali istituzioni finanziarie, tra cui la Bank of England, la Banca Mondiale, Citi, Goldman Sachs e HSBC, hanno avvertito che l’azione per affrontare i cambiamenti climatici potrebbero danneggiare gli investimenti nei combustibili fossili. Opinioni pesanti, quelle dei grandi istituti finanziari del mondo, che contribuiscono a tenere in vita la tecnologia insieme all’operato delle lobby nelle istituzioni politiche (leggi anche: “Le lobby del carbone scrivono la direttiva sulle emissioni industriali).