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Carbone, la nostra salute non può permetterselo

Carbone, la nostra salute non può permetterselo

 

(Rinnovabili.it) – Se in Europa si chiudessero tutte le centrali elettriche alimentate a carbone si eviterebbero ogni anno oltre 18.200 morti, 2.100.000 giorni di cure farmacologiche e fino a 42,8 miliardi di euro in costi sanitari. Sono numeri sconvolgenti quelli che l’associazione europea Heal – Healt and Enviroment Alliance ha presentato oggi a Savona in occasione della conferenza nazionale “L’impatto sanitario del carbone – la funzione sociale del medico: promotore di salute e di ambiente”.

 

L’evento organizzata da WWF Italia, Ordine dei Medici della Provincia di Savona e Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia, ha portato sotto i riflettori un elemento troppe volte dimenticato quando si parla di energia del carbone: il prezzo pagato dalla nostra salute. Un elemento che, al contrario, come evidenziano i dati del settore sanitario deve oggi essere messo al centro della discussione sociale e che deve trovare nella classe medica un promotore attivo del cambiamento.

 

Gli impatti sulla salute del carbone sono ormai noti: le emissioni delle centrali contengono micro polveri (in particolare PM2.5), benzopirene, diossine, benzene, e microinquinanti inorganici come l’Arsenico, il Cromo e il Cadmio che sono classificati come cancerogeni certi secondo la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) e il Mercurio, neurotossico anche a basse dosi. Dalla combustione del carbone si liberano inoltre ingenti quantità di Isotopi Radioattivi che hanno effetti cancerogeni e teratogeni, senza contare gli effetti prodotti sull’ambiente. Come spiega Roberto Romizi, Presidente ISDE Italia: “L’impegno dei medici e degli altri operatori della salute non può arrestarsi su di un’opera di contenimento e riparazione dei danni diretti e immediati degli agenti patogeni, ma deve anche proiettarsi su un’azione a monte di più ampio respiro, affinché la società nella quale viviamo modifichi le sue priorità in favore della salvaguardia della salute segnatamente dei bambini di oggi e delle generazioni future.   Ma oggi le agenzie governative sono poste nella condizione di dover attendere la chiara dimostrazione del danno, prima di poter intervenire, spesso troppo tardi”.

 

Nel dossier distribuito al convegno sono stati riportati i dati sull’impianto di Vado ligure, la cui chiusura  eviterebbe ogni anno mediamente: 86  ricoveri complessivi di bambini per patologie respiratorie e asma, 235  ricoveri complessivi di adulti (malattie cardiache più respiratorie) 48 morti tra gli adulti (malattie cardiache più respiratorie). Un problema quindi che riguarda da vicino anche l’Italia e su cui è necessario agire rapidamente.

Se il costo di tutti gli effetti negativi della combustione del carbone fossero pagati da chi ci guadagna sopra, e non dalla collettività, il carbone non converrebbe a nessuno”, spiega Mariagrazia Midulla Responsabile Clima ed Energia WWF Italia. “Ma la questione è anche morale e giuridica: è lecito cercare di guadagnare con un’attività che produce danni  ormai largamente accertati alla salute e alla vita di migliaia di persone e quelli, indiretti ma egualmente devastanti, al Pianeta? La risposta è no”.

 

Oltre al dossier  “L’impatto sanitario del carbone” WWF Italia, Ordine dei Medici della Provincia di Savona e Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia hanno fatto realizzare dal fumettista Kanjano una serie di 4 strisce a fumetti dal titolo ‘Valdo e il carbone’  che sono state distribuire ai medici durante il convegno e verranno diffuse sui social e sui siti degli organizzatori.

 

WWF Italia: NO al Carbone SI' al futuro!

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