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“Non esiste il carbone pulito”. Attivisti contro USA alla COP 24

Un gruppo di decine di manifestanti ha fatto irruzione all’unica apparizione pubblica degli USA alla COP 24, un dibattito al quale è intervenuta una delegazione dell’amministrazione Trump per esaltare le virtù dei combustibili fossili

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Foto: Lukasz Kalinowski/REX/Shutterstock

 

Alla COP 24, il governo USA ha annunciato di aver progettato una nuova flotta di piccoli impianti a carbone modulare

 

(Rinnovabili.it) – Un gruppo di manifestanti ha interrotto con risate e grida di denuncia l’unica apparizione pubblica alla COP 24 degli Stati Uniti, quella cioè alla tavola rotonda sui combustibili fossili, alla quale ha partecipato una delegazione ufficiale dell’amministrazione Trump per promuovere l’uso di carbone, petrolio e gas. Sembra impossibile che a uno degli appuntamenti più importanti a livello mondiale in tema di cambiamenti climatici e riduzione delle emissioni ci sia stato qualcuno a sostenere la ragione d’essere di quelle industrie che di fatto rappresentano la principale fonte di emissioni di carbonio e che stanno causando il riscaldamento globale. Eppure i relatori del panel statunitense hanno riferito con vanto che il governo degli Stati Uniti avrebbe ampliato la produzione per la sicurezza energetica globale e progettato una nuova flotta di piccoli impianti a carbone modulare, efficienti dal punto di vista energetico e con emissioni prossime allo zero se combinati con la tecnologia di cattura del carbonio. Immediata la risposta dei manifestanti, diverse decine, che avrebbero interrotto il discorso di apertura di Wells Griffith, consigliere di Trump su energia e clima, con forti risate e urlando “Non è divertente”, “Vergogna”.

 

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Effettivamente nessuno dei partecipanti americani ai negoziati sul clima ha menzionato il cambiamento climatico o il riscaldamento globale, concentrandosi invece sull’innovazione e l’imprenditorialità nello sviluppo tecnologico dell’energia nucleare, del carbone pulito e della cattura e stoccaggio del carbonio. “Non esiste il carbone pulito – hanno urlato a gran voce i manifestanti – il carbone è mortale dall’inizio alla fine, non parliamo di ciclo di vita del carbone, ma di una marcia della morte”. Dopo che i manifestanti sono stati portati via dalle guardie di sicurezza, Griffiths si è giustificato dicendo che l’intenzione non è quella di tenerlo a terra il carbone, ma di usarlo nel modo più pulito ed efficiente possibile. Un’affermazione che è stata contraddetta dagli analisti del clima, che hanno osservato che l’agenzia ambientale statunitense stima che 1.400 morti in più all’anno deriveranno proprio dalla proposta di Trump di sostituire il Clean Power Act. “È ridicolo che i funzionari di Trump dichiarino di voler ripulire i combustibili fossili, mentre smantellano gli standard che farebbero proprio questo”, ha detto Dan Lashof, direttore del World Resources Institute, aggiungendo che da quando è entrata in carica, questa amministrazione ha proposto di ridurre le misure per tagliare le perdite di metano dalle operazioni di petrolio e gas, ha reso più facile per le aziende scaricare le ceneri di carbone in acqua potabile, e pochi giorni fa ha proposto di allentare le norme sull’inquinamento da carbonio per le nuove centrali elettriche a carbone.

 

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Gli Stati Uniti sono stati un attore chiave nel forgiare l’accordo di Parigi nel 2015, ma la sua posizione è costantemente diminuita da allora. Nel 2017 Trump annunciò che avrebbe ritirato gli USA dall’accordo globale e quest’anno i suoi rappresentanti hanno assunto una posizione ancora più distruttiva, allineandosi con Russia, Arabia Saudita e Kuwait per tentare di ridimensionare un rapporto chiave per contrastare i pericoli del riscaldamento globale. Griffith alla COP 24 ha parlato di troppo “allarmismo”, che ha sospeso l’individuazione di soluzioni pragmatiche per affrontare le preoccupazioni ambientali con regolamenti prescrittivi che hanno messo a rischio posti di lavoro e aumentato i costi per i consumatori. Molti degli partecipanti statunitensi presenti al dibattito si sono vergognati della posizione assunta dal loro governo federale. “Mi sono completamente vergognato di essere un americano – ha detto Leo McNeil Woodberry del Climate Action Networktutto ciò che hanno proposto è assolutamente sbagliato”.