Le emissioni delle centrali a carbone provocano 18.200 morti premature l’anno e costano all’Europa 43 mld di euro: è quanto emerge dal rapporto “Il conto non pagato della salute: come le centrali a carbone ci rendono malati”
Secondo quanto rivela la relazione, i costi economici per l’Europa ammontano a 42,8 miliardi di euro l’anno, se si sommano non solo le spese sanitarie, ma anche le perdite di produttività in termini di giornate di lavoro perse. Tali oneri non sono contabilizzati nel costo dell’energia prodotta dalla combustione del carbone e a farsene carico sono i singoli cittadini e i bilanci sanitari nazionali. Il carbone è inoltre responsabile di circa il 20 per cento del totale delle emissioni di anidride carbonica, costituendo, in questo modo, uno dei maggiori responsabili della quota di gas ad effetto serra antropici.
Arginare il problema può risultare cosa ardua se si considera che solo in Europa circa un quarto della produzione di elettricità proviene dal carbone e che sono attualmente in programmazione ben 50 nuove centrali. Il rapporto pubblicato da HEAL suggerisce di istituire una moratoria sui nuovi impianti a carbone e di dare priorità agli investimenti nelle energie rinnovabili.
“Il nostro rapporto offre le prove scientifiche degli effetti sulla salute del carbone – spiega Genon Jensen, direttore esecutivo di HEAL – e fornisce informazioni vitali dal punto di vista della salute, che dovrebbero essere prese in considerazione nella determinazione della politica energetica”.
Il lancio del rapporto segna l’inizio di una campagna di sensibilizzazione sui rischi della combustione di carbone in cui HEAL lavorerà a stretto contatto con organizzazioni di medici e gruppi di difesa della salute e del clima.