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Carbone: stop al progetto di conversione di Porto Tolle

L’Enel ha comunicato alle sigle nazionali del sindacato che non procederà oltre con gli investimenti alla centrale termoelettrica

Carbone: stop al progetto di conversione di Porto Tolle(Rinnovabili.it) – E’ arrivata proprio in queste ore la prima conferma: l’Enel, con una comunicazione inviata all’indirizzo dei sindacati, ha fatto sapere che non procederà con il progetto di conversione della centrale termoelettrica di Porto Tolle. Il progetto prevedeva un investimento di 2,5 miliardi di euro e un cantiere che sarebbe durato cinque anni per trasformare il sito da centrale a olio combustibile (spenta definitivamente nel 2009) a centrale a carbone. “Una scelta storica”, la definisce Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace secondo cui lo stop al progetto rappresenterebbe “un passo chiaro nella direzione della progressiva riduzione delle emissioni di CO2, in linea con quanto il nuovo management ha sin qui annunciato di voler fare”.

 

Ora le associazioni ambientaliste, – continuano sulla stessa righe WWF e Legambiente – apprezzando la rinuncia al progetto da parte di Enel, chiedono che l’investimento destinato al carbone del passato a Porto Tolle sia reindirizzato verso le fonti rinnovabili del futuro: in tal senso, progetti di rinnovabili e di efficienza energetica nell’area dell’ex centrale sarebbero perfettamente in grado di riassorbire i lavoratori della ex centrale a olio combustibile e di assicurare nuova occupazione”. Ora si attende l’annuncio ufficiale della stessa società.

 

“In tutto il mondo, non solo gli ambientalisti, ma anche Governi, agenzie internazionali, investitori stanno cercando di porre termine rapidamente all’uso del carbone, e anche i Paesi in via di rapido sviluppo come la Cina e l’India stanno diminuendo l’uso di questo combustibile ancora ampiamente disponibile, ma esiziale per clima, salute e ambiente. Legambiente e WWF si augurano che alla rinuncia di Enel segua la rinuncia a tutti i nuovi progetti di centrali a carbone in Italia e che si comincino a chiudere le centrali a carbone esistenti, vista oltretutto la overcapacity in Italia – la capacità di produrre energia elettrica è più del doppio del picco massimo di domanda mai raggiunto – e con la diminuzione della domanda, ormai le centrali, anche le più efficienti, lavorano a scartamento ridotto”.