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Francia e Germania a favore di una carbon tax di frontiera nell’Ue

In un comunicato congiunto, il Ministro dell'Economia francese e il suo omologo tedesco hanno annunciato il rispettivo sostegno a misure di tutela delle aziende europee che investono in tecnologie di riduzione delle emissioni

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Credit: Pxhere– (CC0 1.0)

 

Per la prima volta, anche il Governo tedesco sostiene la proposta di una carbon tax di frontiera invocata ripetutamente da Emmanuel Macron

(Rinnovabili.it) – Sì all’introduzione di una carbon tax di frontiera: anche la Germania si schiera a favore della misura di tutela del mercato Ue chiesta a gran voce dal premier francese Emmanuel Macron.

In un comunicato congiunto (testo in francese), il ministro delle finanze tedesco, Peter Altmaier, e il suo omologo francese, Bruno Le Maire, hanno confermato il sostegno a misure di tutela delle aziende europee che investono in tecnologie verdi e che rischiano di subire la concorrenza sleale di prodotti e servizi forniti da imprese operanti in Paesi con regolamentazioni meno stringenti.

Una misura che potrebbe aumentare la tensione commerciale con gli Stati Uniti, uno dei principali partner dell’Ue, dove le aziende energetiche e le industrie potrebbero sfruttare la scelta del Presidente Donald Trump di ritirare il Paese dall’Accordo di Parigi per “invadere” il mercato Ue con prodotti e servizi frutto di processi inquinanti.

 

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“Sosteniamo pienamente il lavoro sulla strategia pianificata dal Presidente eletto della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per esaminare possibili misure di prevenzione della dispersione del carbonio, come ad esempio una carbon tax di frontiera”, si legge nella nota emessa dai ministeri dell’economia e della finanza francese e tedesco.

Macron ha ripetutamente sostenuto la necessità di introdurre un’imposta di frontiera per tutelare le società europee che sostengono sforzi di riduzione del carbonio con investimenti in tecnologie verdi dalla concorrenza “sporca” proveniente da Paesi al di fuori del blocco Ue. Il sostegno della Germania, finora riluttante per timore di ripercussioni commerciali nei rapporti con Washington, potrebbe indirizzare il lavoro della nuova Commissione Ue, chiamata a introdurre nuove misure di taglio delle emissioni in settore chiave come l’aviazione, i trasporti e la produzione energetica.

 

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