Per limitare lo spreco di cibo nelle festività bastano pochi accorgimenti e un po' di fantasia
(Rinnovabili.it) – Dopo il Natale il cenone di fine anno è sicuramente un’altra buona occasione per fare qualcosa in più per l’ambiente, limitando lo spreco di cibo. Arrivano da Coldiretti le stime che indicano come nei veglioni di Capodanno circa un terzo del cibo presentato a tavola finisca nel secchio della spazzatura, un danno economico che vale circa 1,2 miliardi di euro su 4,3 miliardi spesi per il cibo Natale, Santo Stefano e ultimo dell’anno. Attraverso il riciclo però si può evitare tutto questo spreco, perché non sempre tutto quello che non viene mangiato è da gettare via.
Lo spreco alimentare è una costante nazionale, che si intensifica nei momenti di festa, a ricordarcelo i dati Fao sul 2011, che parlano di poco meno di 1600 euro a famiglia su una spesa annuale di 5700 euro con lo spreco alimentare che “vale” il 2,4% del PIL a prezzi di mercato nel 2011 pari a circa 40 miliardi di euro.
Ma da cosa dipende tutto questo spreco? Spesso si compra troppo, si conserva male il cibo, si scelgono piatti elaborati che hanno un grande avanzo di materia prima e quando i cibi rimangono, si gettano, senza pensare che le pietanze continuano ad essere buone per giorni e che alcuni cibi possono essere la base di nuovi piatti. “Esiste uno spread che fa bene all’economia domestica e che nulla ha a che spartire con il significato del termine che si è imposto in questi mesi –spiega Pierre Yves Ley, Media relations manager Whirlpool EMEA, 46enne specialista di comunicazione aziendale e appassionato di cucina e costume alimentare-. Infatti, la prima accezione del verbo inglese to spread è spalmare; quindi, in cucina lo spread è un pâté, una pasta “spalmabile” che si ottiene lavorando alcuni alimenti, che nel caso dei cenoni potrebbero essere i nobili sopravanzi di salmone o il ripieno del tacchino”. Ottimo metodo per ridurre gli sprechi, quindi, rielaborare i cibi. “L’argomento mobilita già gli attori del Food stream –spiega Ley–, e fra questi Whirlpool che, come azienda leader di elettrodomestici, è parte di un cluster tecnologico che ha partecipato con uno specifico progetto al bando MIUR e che nel proprio Food Science Institute di Cassinetta di Biandronno (Varese) studia tecnologie per ottimizzare la conservazione e la cottura domestiche dei cibi”.