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Canale del Nicaragua, una cicatrice incancellabile

I cinesi hanno il favore del governo Ortega per costruire il canale del Nicaragua, concorrente di Panama e potenziale disastro ecologico e sociale

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(Rinnovabili.it) – C’è un gioco geopolitico dal pesantissimo impatto ambientale dietro la volontà cinese di costruire il canale del Nicaragua, entrando in diretta concorrenza con gli Stati Uniti, che controllano il canale di Panama. Un gioco che sa di guerra fredda, e che usa la scienza per fini strumentali alla politica. È il caso del rapporto presentato dall’Environmental Resources Management (ERM), la società di consulenza assunta dal Hong Kong Nicaragua Canal Development Company (HKND), che con il governo del Paese centroamericano dovrebbe costruire il canale, lungo 280 chilometri. Il progetto, approvato lo scorso dicembre prevede l’inizio dei lavori nel 2016.

 

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Secondo le carte, supererebbe il Canale di Panama per dimensioni e capacità. Costerebbe 50 miliardi di dollari, 5 volte il Pil del Nicaragua, il Paese più povero della regione dopo Haiti. Promette di abbattere i tempi di percorrenza delle navi che oggi attraversano il canale di Suez, e consentire a imbarcazioni da 250 mila tonnellate di attraversare il continente. La valutazione di impatto ambientale dell’Environmental Resources Management non vede criticità nello scavare un solco di 300 chilometri che dovrebbe passare attraverso le aree protette del Rio San Juan e tagliare a metà il gran Lago Nicaragua. Uno tra i più grandi bacini del Sudamerica, la cui acqua dovrebbe servire a muovere le chiuse del canale. Non solo, ma dentro il lago si vorrebbero dragare i sedimenti dei corridoi di navigazione. Nessun problema, poi, ad espropriare 130 mila persone dei loro terreni, considerati “strategici”. Ma i contadini, a migliaia, sono scesi in piazza più volte in questi mesi, sventolando bandiere del Nicaragua e gridando “No al canale”. Hanno accusato il presidente Daniel Ortega di svendere il paese alla Cina attraverso la costruzione di quel canale nella foresta.

 

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Anche un gruppo di scienziati internazionali si è schierato in difesa dell’ecosistema: riuniti presso la Florida International University  (FIU) di Miami, gli esperti hanno passato al vaglio gli estratti della valutazione di impatto ambientale redatta da ERM.

Nella loro relazione finale, hanno dichiarato che la società non avrebbe adeguatamente misurato il potenziale impatto del progetto. Per via del clima fortemente stagionale, che prevede anche siccità e uragani, gli scienziati mettono in dubbio la disponibilità ipotizzata di risorse idriche. Hanno strutturato il rapporto in 15 punti, che rilevano altrettante criticità, tra cui la deforestazione, la mancanza di previsioni climatiche a lungo termine e l’impatto del canale sulla biodiversità acquatica, piante e animali a rischio estinzione. Il team ha aggiunto che i due anni impiegati a valutare il progetto sono troppo pochi rispetto a quelli necessari per una stima di impatto a lungo termine. La relazione degli è scaricabile in inglese e spagnolo.

Nel mese di  luglio, la valutazione dovrebbe arrivare sul tavolo del governo del Nicaragua.