A causa del cambiamento climatico le rane stanno producendo meno uova e anticipando il periodo della riproduzione come scoperto dall'Ateneo di Cleveland
(Rinnovabili.it) – Dopo lo studio che ha esaminato le modifiche del comportamento sessuale dei granchi violinisti gli esperti hanno scoperto che anche le rane, come probabilmente molte altre specie animali, stanno subendo le conseguenze negative del cambiamento climatico.
Lo studio condotto dal professor Michael F. Benard dell’Università di Cleveland è andato direttamente nell’habitat naturale delle rane per misurare da vicino quali siano gli effetti dell’innalzamento della temperatura globale.
La ricerca ha portato ad una conclusione: gli anfibi stanno anticipando, costretti dall’innalzamneto della temperatura, la stagione della riproduzione e lo studio sta continuando per valutare in che modo il global warming influisca sulle differenti specie.
Dopo inverni molto caldi le rane del legno (Lithobates sylvaticus) oltre ad entrare prima nella stagione della riproduzione hanno prodotto un numero inferiore di uova al contrario di quanto successo negli inverni piovosi e freddi. Altre variazioni caratterizzano la riproduzione delle rane: come scoperto da Benard le rane che si sono riprodotte nella prima parte dell’anno hanno uno sviluppo più lento.
“Ci sono stati studi di laboratorio sugli effetti del riscaldamento sulla riproduzione della rana, ma quello che vediamo in laboratorio non è esattamente quello che stiamo vedendo sul campo”, ha dichiarato Benard.
Grazie agli studi sul posto il professore ha scoperto che all’aumento di ogni grado Celsius in inverno le rane anticipano di 4 giorni la riproduzione e con una riduzione del 3,3% del numero di uova deposte.
“Il declino del numero di uova è probabilmente dovuto ad un aumento del consumo di energia da parte delle femmine durante gli inverni più caldi” sostiene Benard. Al contrario di riscaldamento, l’aumento della pioggia e della neve sembrano avere un effetto positivo sulla produzione di uova, per ogni aumento di 2,5 centimetri di precipitazioni totali, il numero di uova per frizione è aumentato 2,3 per cento pensando quindi che la riproduzione delle rane potrebbe essere riportata alla normalità sfruttando le foreste dove le precipitazioni sono più intense.