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Cambiamento climatico: il PIL globale può calare del 2%

Cambiamento climatico il PIL globale può calare del 2

 

(Rinnovabili.it) – Ad un aumento di 3 °C della temperatura corrisponde un calo del PIL globale. La cifra è stata diffusa nell’ultimo rapporto del Fondo monetario internazionale (FMI), che indaga gli impatti del cambiamento climatico sull’economia dopo l’accordo raggiunto alla COP 21 da 196 nazioni. Il climate change, secondo l’FMI, «avrà un impatto significativo sull’economia mondiale nei prossimi anni». I settori più colpiti dagli eventi meteorologici estremi che sempre più duramente spazzeranno il pianeta sono l’agricoltura e il turismo. Questi comparti dovranno subire l’impatto di siccità, desertificazione e aumento del livello del mare con conseguente erosione delle coste. Vita difficile anche per chi ci vive, su quei litorali, poiché vedrà crescere il rischio di inondazioni e diminuire il valore degli immobili.

 

Le conseguenze più pesanti, spiega l’istituto di Washington, spettano a quei Paesi in cui la temperatura è già elevata e il reddito medio è più basso: in altre parole, a rischiare la vita saranno ancora i poveri e gli inermi. Le popolazioni di Africa sub-sahariana, Medio Oriente e Nord Africa corrono i pericoli peggiori e più imminenti in termini di stress idrico, quelli del Sud Est asiatico e dell’America centromeridionale in termini di aumento del livello dei mari. In totale, quasi l’80% dei Paesi considerati a basso reddito «è molto o estremamente vulnerabile al cambiamento climatico»: la loro bassa capacità di reazione sarebbe dovuta alla carenza di investimenti potenziali. «Rischi moderati» spettano invece a zone come la Cina, l’Europa e gli Stati Uniti.

 

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Per mitigare gli impatti del cambiamento climatico, il Fondo monetario internazionale torna su una soluzione già proposta: la carbon tax.

«Le aziende e le famiglie non sono sanzionate per le conseguenze ambientali dei gas serra – dice il rapporto – Ha pertanto un ruolo centrale istituire un’appropriata tassa sulle emissioni, ovvero rimuovere l’incentivo implicito che arriva dal mancato sanzionamento dei costi ambientali».

Il sistema finanziario può contribuire con investimenti nelle rinnovabili e istituendo un sistema puntuale di valutazione del rischio climatico delle aziende quotate, così da aumentare la trasparenza che oggi manca.

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