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Cambiamento climatico: il piano USA arriva sul filo di lana

Cambiamento climatico il piano USA arriva sul filo di lana

 

(Rinnovabili.it) – Sul filo di lana, ecco come sono arrivati gli impegni degli Stati Uniti sul cambiamento climatico. L’amministrazione Obama pubblicato ieri, nell’ultimo giorno disponibile per non fare una figuraccia, il piano per ridurre le emissioni di gas serra: non si discostano dalle promesse fatte lo scorso novembre, quando il presidente americano ha stretto la mano a quello cinese. Si prevede un taglio delle emissioni del 28%, rispetto ai livelli del 2005, entro il 2025.

La Casa Bianca ha dichiarato che l’impegno degli Stati Uniti porterà a ridurre l’inquinamento della nazione ad un ritmo doppio rispetto a quello tenuto finora.

 

Il piano degli Stati Uniti si concentra su misure già individuate, quali più alti standard per il settore dei carburanti e implementazione dell’efficienza. L’Environmental Protection Agency (EPA), sono ha regolamenti per ridurre le emissioni di carbonio dalle centrali elettriche, e le emissioni di metano nel settore di petrolio e gas. Molti di questi passaggi politici hanno incontrato l’ostilità dei repubblicani, che controllano entrambe le camere del Congresso. Un’altra barriera al cambiamento sono le minacce di ritorsioni legali da parte dei gruppi industriali, e di alcuni stati che mettono in questione il diritto dell’amministrazione di imporre tali regolamenti.

Ma il governo cerca di far leva sul fatto che molti Paesi stanno organizzandosi per tagliare le emissioni di CO2 in atmosfera, e tenta di arrivare a Parigi come nazione leader nell’approccio al cambiamento climatico.

«I paesi che hanno assunto impegni sono diversi, e comprendono anche le economie emergenti», ha dichiarato Brian Deese, il Senior Advisor ambientale Obama.

 

La Cina ha annunciato il suo piano far decrescere le sue emissioni dal 2030 in un comunicato congiunto con gli Stati Uniti, lo scorso novembre. Il Messico già venerdì ha annunciato un obiettivo climatico che mette come termine il 2026. L’Unione Europea, la Svizzera, la Norvegia e la Russia hanno già presentato i rispettivi piani per tagliare i gas serra entro il 31 marzo, tempo limite fissato (ma senza alcun vincolo) dalle Nazioni Unite.

Ma molti dei principali responsabili del riscaldamento globale mancano all’appello: India, Brasile, Canada e Giappone, devono ancora produrre un impegno concreto. Ogni giorno che passa cresce l’ostacolo per il raggiungimento di un accordo prima della COP21 di Parigi.

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