(Rinnovabili.it) – Anche se la mole di CO2 è un problema sempre più urgente, e anche se gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più acuti, i combustibili fossili resteranno di gran lunga la prima fonte di emissioni di gas climalterante per tutto il 21esimo secolo. Un periodo nel quale, secondo il Climate Energy Outlook del MIT (Massachussets Institute of Technology), il consumo di energia a livello mondiale raddoppierà, così come la CO2 in atmosfera.
Il report è stato pubblicato sulla scia della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima di New York, durante la quale Obama si è impegnato a far sì che durante la COP 21 di Parigi, nel 2015, venga approvato un accordo sul taglio delle emissioni. Qualsiasi trattato sottoscritto durante questo incontro dovrà spingersi oltre il 2020, anno in cui le intese firmate nel 2009 a Copenaghen e nel 2010 a Cancun avranno raggiunto la scadenza.
Il Climate Energy Outlook svuota di senso in maniera imbarazzante le promesse di Obama e dei leader mondiali, provando a immaginare cosa accadrebbe se le misure attuali per il taglio della CO2 fossero essere estese dalla COP 21 oltre il fatidico 2020. I calcoli tengono conto della popolazione del blocco ONU e di dati economici e socioeconomici, utilizzati per unire i puntini fra cambiamento climatico, consumo di suolo e acqua. I governi, durante la COP 19 di Copenaghen, avevano pattuito sforzi per tenere il riscaldamento globale sotto i 2°C. Per raggiungere l’obiettivo, si sarebbe dovuto tagliare i gas serra dal 40 al 70% rispetto al 2010. Ma secondo il report del MIT non ci sono speranze: l’utilizzo di energia raddoppierà entro il 2050, e la maggior parte di essa proverrà ancora da fonti fossili.
Così, invece di eliminare 45 gigatonnellate (miliardi di tonnellate) di CO2, ne verranno emesse 77 entro il 2050 e 92 entro il 2100, l’80% delle quali verrà dai paesi in via di sviluppo. I combustibili fossili saranno responsabili di 62 gigatonnellate sulle 92 attese, il doppio delle 31 odierne. Rinnovabili e nucleare costituiranno solo il 20% delle fonti energetiche al 2050, mentre il gas naturale diventerà la fonte di energia principale in tutto il mondo, rimpiazzando il carbone.
Le conclusioni del Climate Energy Outlook del MIT sono in linea con quelle della IEA (International Energy Agency), e ancora una volta suggeriscono che senza politiche drasticamente più incisive combinate a un mutamento globale dei comportamenti individuali, il cambiamento climatico investirà in pieno un mondo che gli ha fino ad oggi voltato le spalle.