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Cambiamento climatico: perché la colpa è dei ricchi

Cambiamento climatico perché la colpa è dei ricchi 2

 

(Rinnovabili.it) – Il 10% più ricco della popolazione produce il 50% delle emissioni di CO2 da combustibili fossili, mentre la metà più povera contribuisce per il solo 10%. Nell’ultimo rapporto di Oxfam, rilasciato stamattina, le cifre di un mondo iniquo e spaccato sul cambiamento climatico sono in bella vista. L’organizzazione internazionale che lotta contro la povertà ha deciso di diffonderle durante i negoziati della COP 21, la Conferenza ONU sul clima che vede i delegati di 196 Paesi impegnati a raggiungere un accordo sulla riduzione del riscaldamento globale.

Il report di Oxfam entra in un dibattito molto acceso, che vede tra i suoi punti cruciali la divisione delle responsabilità fra grandi e piccoli emettitori, i quali dovrebbero farsi carico della soluzione in maniera proporzionale. Ma su questa proporzionalità le parti contrastano da 25 anni. I Paesi in via di sviluppo chiedono che quelli sviluppati si carichino degli impegni più gravosi, poiché le economie emergenti avrebbero alle spalle una storia di inquinatori più breve. Ma l’Occidente rifiuta questa proposta, contrario a un approccio che preveda impegni vincolanti solo per gli Stati ricchi, e pone l’accento sulla bomba di carbonio rappresentata oggi da Paesi come Cina e India.

 

Cambiamento climatico perché la colpa è dei ricchi

 

Oxfam sembra proporre una terza via: colpire i singoli soggetti piuttosto che i Paesi.

«I ricchi, grandi emettitori, dovrebbero essere ritenuti responsabili per le loro emissioni, non importa dove vivano», ha detto Tim Gore, capo della politica climatica dell’organizzazione – Tuttavia, è facile dimenticare che nei Paesi in via di sviluppo vivono la maggioranza dei poveri del pianeta. Essi devono fare la loro parte, ma sono le nazioni ricche che devono aprire la strada».

Mediamente, secondo il report, una persona appartenente alla fascia dell’1% più ricco della popolazione mondiale emette 175 volte la quantità di carbonio di chi appartiene al 10% più povero. Questi dati permettono di sfatare un mito, secondo l’ONG: i cittadini che abitano nelle economie in via di sviluppo non possono essere ritenuti responsabili del cambiamento climatico.

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