(Rinnovabili.it) – La politica globale parla di progressi, ma gli impegni assunti fino ad ora in vista della COP 21 non sono sufficienti ad evitare gli effetti più catastrofici del cambiamento climatico. È una sentenza dura, inappellabile quella contenuta nel rapporto scritto dai ricercatori di Climate Interactive e presentato ieri alle Nazioni Unite. Il gruppo fornisce analisi climatiche ai negoziatori americani in ambito UNFCCC, ma anche ad altri governi. Secondo i calcoli, gli impegni congiunti sulla base dei quali dovrebbe articolarsi un nuovo patto mondiale sul clima fallirebbero clamorosamente l’obiettivo dei 2 °C. Invece di mantenere sotto questa soglia le temperature medie globali al 2100, gli esperti segnalano che la colonnina di mercurio toccherà i +3.5 °C. Lo scenario business as usual, invece, prevede una crescita di 4.5 °C.
In pratica, gli impegni per il taglio delle emissioni presentati in pompa magna fino ad oggi, permetterebbero di abbassare di appena un grado l’aumento delle temperature previsto in caso di totale immobilismo. Stando così le cose, avvertono i ricercatori del Climate Interactive, dobbiamo prepararci a fronteggiare nei prossimi anni gravi problemi per l’agricoltura e gli ecosistemi: scarsità di cibo, estinzioni massive di piante ed animali, siccità, inondazioni e alluvioni.
È improbabile che i governi vogliano riaprire i piani di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico nei due mesi che li separano dai negoziati di Parigi. Per questo, molti analisti prevedono che qualsiasi accordo finale venga raggiunto in seno alla COP 21 non basterà a prevenire pericolosi livelli di riscaldamento globale.
Il pianeta si è già riscaldato di circa 0.85 °C rispetto all’epoca pre-rivoluzione industriale, un aumento molto consistente. Praticamente ogni pezzo di ghiaccio sulla Terra si sta sciogliendo, così come il ghiaccio marino. Siccità e condizioni atmosferiche estreme si stanno intensificando e il sistema alimentare globale mostra segni di instabilità. Con un aumento della popolazione che porterà 9 miliardi di individui a camminare sul pianeta al 2050, due terzi dei quali nelle grandi città, la sfida per la sopravvivenza è un tema ineludibile già oggi. Ma i grandi del mondo non sembrano dargli molto peso.