Un documentario shock getta sul tavolo di Lima un'altra enorme questione: i cambiamenti climatici porteranno a un’estinzione di massa degli animali, simile a quella dei dinosauri
(Rinnovabili.it) – Gli animali che vivono in natura stanno morendo. Il ritmo è così alto da superare i livelli dell’estinzione che spazzò via i dinosauri 65 milioni di anni fa. La causa, neanche a dirlo, sono le attività umane e i cambiamenti climatici.
Il tasso di estinzione corrente è almeno 12 volte più veloce del normale, perché gli esseri umani uccidono gli animali per cibo, per denaro o distruggono il loro habitat per accapparrarsene le risorse.
«Se continuiamo per questa strada – avverte Anthony Barnosky, professore di biologia presso l’Università di Berkeley – la sesta estinzione di massa della Terra sarà sicura. Entro circa 200-300 anni, tre su quattro tra le specie animali che conosciamo saranno scomparse».
Queste informazioni, arrivate al grande pubblico tramite un documentario andato in onda ieri negli USA, aggiungono pressione sugli inviati dei circa 190 paesi impegnato nella conferenza delle Nazioni Unite di Lima, per discutere della riduzione di emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento globale.
«Potremmo fare più danni in 400 anni come un asteroide ha fatto per i dinosauri – spiega Sean Carroll, biologo che guida il Dipartimento di Scienze della Formazione all’Howard Hughes Medical Institute di Bethesda, nel Maryland – Anche senza il cambiamento climatico assisteremmo a un’estinzione. Si verificherà semplicemente a causa del modo in cui utilizziamo terra, acqua e per la crescita della popolazione. Ma ora si aggiunge l’azione del clima, che cambia le relazioni tra le specie e degli ecosistemi in modi imprevedibili».
L’Aumento delle temperature, infatti, sta avendo un impatto perverso su alcuni animali. Grizzly e volpi rosse migrano a nord, entrando in contatto con orsi polari e volpi artiche.
La volpe artica è ormai in declino, perché le volpi rosse sono più aggressive. Grizzly e orsi polari, invece, a volte si accoppiano. Ma non è affatto un bene: la prole infatti nasce senza il camuffamento per la neve, né la capacità di cacciare nei boschi.
Il numero di animali in natura è circa dimezzato negli ultimi 40 anni, soprattutto perché gli esseri umani ne hanno eroso gli spazi, sottraendogli terra e acqua. Lo sostiene un rapporto di WWF e Zoological Society di Londra.
L’impatto non si limita alla terra. Il livello di acidificazione degli oceani previsto dagli scienziati per il 2100 è molto simile a quello di circa 252 milioni di anni fa, alla fine dell’epoca Permiano, quando si verificò il più grave evento di estinzione della Terra. Fino ad oggi.