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Cambiamento climatico, al 95% colpa dell’uomo

Il rapporto dell’IPCC parla chiaro: il climate change è in corso ed è 'molto probabile' che le attività umane abbiano causato la maggior parte dell'aumento della temperatura superficiale osservato nel corso degli ultimi 60 anni

Cambiamento climatico, al 95% colpa dell’uomo

 

(Rinnovabili.it) – Il tempo delle chiacchiere pseudo-scientifiche, delle trattative indecise e dello scetticismo climatico è finito. E’ inequivocabile che il Climate Change sia in corso ed esiste il 95% di certezza che la colpa sia unicamente umana. E’ questa la conclusione a cui sono arrivati i centinaia di scienziati ed esperti che hanno lavorato come Working Group 1 al “Climate Change 2013: the Physical Science Basis”, il nuovo rapporto del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) delle Nazioni Unite.

 

Il primo capitolo di quello che a dicembre costituirà il Quinto rapporto di valutazione dei cambiamenti climatici, è stato presentato nel formalmente questa mattina a Stoccolma, dove tutti i membri del Pannello Intergovernativo si sono riuniti con un compito essenziale: mettere nero su bianco le nuove conosce ottenute sul fronte del surriscaldamento globale. Nel complesso la relazione del Working Group 1 (a cui seguiranno il WG2 sugli impatti e l’adattamento, e il WG3 sulle politiche di mitigazione) rafforza con nuove evidenze scientifiche la realtà degli stravolgimenti climatici in atto.

La temperatura superficiale globale è cresciuta di circa 0,8 ° C dal 1880, le concentrazioni di gas serra sono aumentate, l’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, le quantità di neve e ghiaccio sono diminuiti, così come si sta progressivamente ritirando il ghiaccio artico estivo e si sta innalzando il livello del mare. Tra i contenuti del Rapporto si legge che, secondo la comunità scientifica internazionale impegnata nella ricerca climatica, è “estremamente probabile” (probabilità al 95-100%) che l’attività antropogenica sia la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo. Elemento chiave del rapporto è la CO2 la cui concentrazione nell’atmosfera è aumentata di circa il 40% dal 1750 a seguito di attività umana, quasi interamente a causa della combustione di combustibili fossili e dell’attività di deforestazione.

 

“Il nuovo rapporto conferma le tendenze sui cambiamenti climatici in atto”, ha spiega Maria Cristina Facchini, uno dei lead author del volume. “Molti di questi fenomeni non hanno precedenti su una scala temporale che va dalle decine di anni ai millenni. Per quanto riguarda le temperature atmosferiche, ciascuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo dei precedenti e il primo decennio del 21° secolo è stato il più caldo dal 1850”.

 

E la situazione è tutt’altro che destinata a migliorare. “Le emissioni continue di gas ad effetto serra – ha commentato Thomas Stocker , co-presidente del Work Group 1 – causeranno un ulteriore riscaldamento e stravolgeranno tutte le componenti del sistema climatico; limitare il climate change richiederà una riduzione sostanziale e sostenuta delle emissioni”. Le proiezioni climatiche, infatti, mostrano che entro la fine di questo secolo la temperatura globale superficiale del nostro pianeta probabilmente raggiungerà 1.5 gradi C oltre il livello de periodo 1850 – 1900. Senza serie iniziative mirate alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, l’incremento della temperatura media globale rispetto al livello preindustriale potrebbe superare i 2 gradi C e arrivare anche oltre i 5 gradi C.